Circolare del padre generale
- 20 Dicembre 2021
CON SAN GIUSEPPE OLTRE IL 2021
AD OCCHI APERTI
Carissimi confratelli.
Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia del Murialdo.
Il Comitato San Giuseppe, del quale anche noi facciamo parte attiva, composto da alcune congregazioni femminili e maschili che ispirano la loro spiritualità a san Giuseppe, ha organizzato nei giorni 6, 7, 8 dicembre 2021 un Simposio a conclusione dell’anno dedicato a san Giuseppe.
Sono stato contento che alcuni confratelli abbiano seguito il Simposio in diretta online e a tutti ricordo che le relazioni si possono sentire su youtube cercando “comitatosangiuseppe”.
Gli organizzatori alla fine hanno voluto lanciare un messaggio che esprime bene la proposta che chiuso l’anno di san Giuseppe, la riflessione e l’approfondimento della vocazione e della missione di san Giuseppe non vadano messi da parte, quasi che passata la festa… tutto è finito.
Condividendo lo stesso proposito riprendo per noi tale testo conclusivo del Simposio.
«Siamo ormai giunti alla conclusione non semplicemente del Simposio che il Comitato San Giuseppe ha voluto organizzare per raccogliere ed offrire ancora aiuti di approfondimento e riflessione sulla figura di questo nostro carissimo e grande Santo, ma siamo ormai proprio alla conclusione dell’Anno speciale che il Papa ha voluto dedicargli.
Il titolo che abbiamo scelto di dare al Simposio, come è già stato ricordato, ci ha subito chiarito che ora non dobbiamo rimettere San Giuseppe “nel cassetto”, ma andare oltre questo Anno speciale sempre in Sua compagnia: riprendere la strada con Lui è un gran dono, forse il dono più grande che questi “12 mesi speciali” ci possano offrire!
Quella piccolissima parola (preposizione) - CON - è molto significativa: ci suggerisce, in questo caso, una cosa essenziale e cioè che non camminiamo mai da soli su questa terra, ma in compagnia.
Quando decidiamo di fare un viaggio a volte ci ritroviamo con gente sconosciuta, a volte con persone amiche, con parenti, con colleghi, ma quando si tratta del viaggio più importante, la vita, possiamo e dobbiamo essere noi a scegliere il compagno di viaggio e non dobbiamo farci ingannare da chi, come il Gatto e la Volpe di Pinocchio, ci vogliono distogliere dalla meta che ci eravamo dati.
Pinocchio si era deciso a “andare a casa dove c’era il babbo che lo aspettava”, ma il Gatto e la Volpe gli dicono: “Invece di tornartene a casa tua, dovresti venire con noi.” e lo convincono a dirigersi verso il Campo dei miracoli per sotterrare gli zecchini d’oro. Gli spiegano che potrà guadagnare una fortuna senza alcun sforzo: “l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto”.
Quanti Gatti e Volpi possiamo, nel nostro oggi, trovare lungo la strada! Quanti incontri e relazioni possono minare i nostri più santi propositi e progetti, le nostre decisioni più risolute! Dobbiamo scegliere bene con chi andare e a chi appoggiarci se vogliamo riuscire a non perdere di vista la meta.
Nel titolo del Simposio vi è un’altra piccola parola (avverbio e preposizione): OLTRE. Il titolo dice: “Con San Giuseppe oltre il 2021”.
Oltre noi non lo leggiamo solo in senso temporale. Nessuno di noi può sapere quanto durerà la sua vita, il suo pellegrinaggio su questa terra: un giorno? ... un mese? ... un anno? ... cento anni?...
In fondo non è poi questa la cosa più importante, la lunghezza della nostra esistenza terrena.
La cosa essenziale è capire di cosa riempiamo questo tempo che ci è dato: c’è differenza tra segatura e un bel pezzo di legno… E questa differenza di certo Geppetto la conosceva, ma mentre Geppetto è un personaggio di fantasia, il Falegname di Nazareth è l’uomo che Dio scelse per custodire Maria e Gesù ed è più che mai vivo e potente accanto a ciascuno di noi.
San Giuseppe è l’uomo che ha sempre lottato contro la segatura e non si è mai fatto ingannare da chi gliela proponeva al posto di una trave solida o di un asse ben robusto!
San Giuseppe da quando ha accettato di custodire il Figlio di Dio, ha praticamente accettato di custodire ciascuno di noi che, certo, riconosciamo Gesù come Maestro, ma anche che lo sentiamo fratello perché in Lui siamo tutti figli di Dio.
San Giuseppe ha accettato di tenere tra le braccia il Salvatore del mondo, tiene tra le braccia ogni uomo e donna che popolano la terra: Gesù che è venuto per tutti, rende Giuseppe padre di tutti senza distinzione di razza, di origine, di credo.
San Giuseppe non vuole che i nostri giorni si riempiano di segatura: in noi e per noi continua questa battaglia contro l’effimero e l’inutile perché sa che il tempo, fossero anche mille anni, è breve e il nostro procedere nel tempo deve avere una meta sicura davanti. Lui è al nostro fianco per custodirci e guidarci: tutti!
Il sottotitolo del nostro Simposio ha scelto un’espressione -Ad occhi aperti- che estrapoliamo da una frase del n. 4 della Patris Corde: “… San Giuseppe non cerca scorciatoie, ma affronta ad occhi aperti quello che gli sta capitando, assumendone in prima persona la responsabilità”.
Non nascondersi, non fuggire, non far finta di niente di fronte ai problemi e alle sfide della vita è grande cosa e l’assumerne tutte le responsabilità in prima persona, è veramente fondamentale per dirsi ed essere cristiani del grembiule (come amava dire Monsignor Tonino Bello).
L’augurio però che ci facciamo, e la preghiera che eleviamo a San Giuseppe, non è semplicemente di non essere dei vigliacchi, di “saper guardare in faccia le cose e affrontarle con coraggio”, ma di ottenere da Lui di saper vedere non solo il tronco morto o tagliato che giace davanti a noi, sulle nostre strade, ma il germoglio che sta spuntando: un germoglio che spunta non per le nostre capacità o che cresce per il nostro intervento, ma per GRAZIA!
Isaia 11 è un testo che molti di noi conoscono forse a memoria, e in questo tempo di Avvento ritorna a illuminare tutta la Chiesa. Leggiamo nel primo versetto di questo capitolo: “Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici”….
A volte siamo più attenti ai segni di morte (il tronco tagliato) che non ai segni di vita (il germoglio) che popolano le nostre giornate… Invece l’Anno speciale di San Giuseppe che si sta concludendo deve spingerci ad una scelta di fondo: guardare alla vita, come fece Lui! Al bello e al buono che c’è!
Riusciamo ad immaginarci gli occhi di Giuseppe che guardano la pancia della Sua Sposa che cresce? ... Possiamo immaginarci Giuseppe che poggia il Suo orecchio sul grembo di Maria per udire il battito del cuore del Bimbo? ... Dobbiamo farlo perché è cosa buona e giusta! Ed è anche cosa urgente ed essenziale per questo mondo che pensa di poter fare e disfare con i propri “mezzi” tutto, gestire e dirigere ogni evento o che può precipitare nelle tenebre dello smarrimento più grande quando si schianta contro problemi gravi e grevi che gli sfuggono di mano.
Lo Sposo di Maria ci insegna non solo ad amare con cuore di padre, ma anche a guardare con gli occhi di padre, anzi: con gli occhi del Padre, di Colui che guardando la creazione “vide che era cosa buona» (Gen 1,12.18.21.25).
Non accettiamo più di vivere ad occhi chiusi. “Per ogni minuto che teniamo gli occhi chiusi, perdiamo sessanta secondi di luce”. (Gabriel García Márquez).
Non accettiamo più di tenere gli occhi aperti solo per guardare il buio: “La vita è una grande avventura verso la luce”. (Paul Claudel).
Guardiamo a Giuseppe: tra le braccia porta la Luce del mondo! Porta la Promessa di Dio!
“Tutte le promesse di Dio sono divenute sì in Gesù Cristo. In Lui ora e per sempre sale a Dio il nostro Amen” (cfr. 2 Cor 1, 19-20).
Affidiamo anche il nostro piccolo Amen alle mani di San Giuseppe».
Per noi il discorso su san Giuseppe sarà ripreso anche all’interno delle riflessioni per il 150mo della fondazione della congregazione, ma sempre, ogni giorno, non manchi la preghiera a san Giuseppe, modello di educatore per ogni giuseppino.
Intanto mettiamo a frutto quanto abbiamo maturato in questo anno speciale a Lui dedicato.
Siamo prossimi al Natale: lasciamoci accompagnare da San Giuseppe e impariamo da lui ad accogliere e a custodire Gesù e Maria.
A TUTTI AUGURI DI UN SANTO NATALE E DI BUON ANNO 2022.
Che i nostri santi patroni ci accompagnino e ci custodiscano.
p. Tullio Locatelli
Superiore generale
NEWS
Altre news
Celebrazioni di 150mo a Torino
NOI SIAMO QUI Perché un giorno san Leonardo Murialdo accolse il dono dello Spirito che lo invitava a metter la sua vita a servizio dei giovani e così intraprendere un cammino accanto ai giovani che è diventato la sua storia di santità. Noi non ricordiamo un santo che ha servito i giovani, noi onoriamo un sacerdote che servendo i giovani è diventato santo. NÓS SOMOS AQUI Porque um dia São Leonardo Murialdo acolheu o dom do Espírito que o convidou a colocar sua vida a serviço dos jovens e assim embarcar numa viagem ao lado dos jovens que se tornou sua história de santidade. Não nos lembramos de um santo que serviu aos jovens, honramos um padre que ao servir os jovens se tornou um santo. ESTAMOS AQUÍ Porque un día San Leonardo Murialdo acogió el don del Espíritu que le invitaba a poner su vida al servicio de los jóvenes y así emprender un camino junto a los jóvenes que se convirtió en su historia de santidad. No recordamos a un santo que sirvió a los jóvenes, honramos a un sacerdote que sirviendo a los jóvenes se hizo santo. NOI SIAMO QUI Perché alcuni sacerdoti hanno accolto l’invito dello Spirito di dare vita ad una famiglia religiosa perché potesse dare continuità al lavoro educativo dentro il Collegio Artigianelli e anche oltre. Da quel nucleo si è sviluppata una storia che oggi è consegnata a noi quali figli ed eredi. NÓS ESTAMOS AQUI Porque alguns padres aceitaram o convite do Espírito de dar vida a uma família religiosa para que esta pudesse dar continuidade ao trabalho educativo no seio do Colégio Artigianelli e para além dele. A partir desse núcleo, desenvolveu-se uma história que hoje nos é entregue como crianças e herdeiros. ESTAMOS AQUÍ Porque algunos sacerdotes aceptaron la invitación del Espíritu a dar vida a una familia religiosa para que diera continuidad a la obra educativa dentro del Colegio Artigianelli y más allá. A partir de ese núcleo, se ha desarrollado una historia que hoy se nos entrega como hijos y herederos. NOI SIAMO QUI Non possiamo di certo contare quanti religiosi e laici hanno reso possibile questa storia per 150 anni; di certo hanno pregato, lavorato, offerto perché un carisma rimanesse vivo nella Chiesa a favore dei giovani specie dei giovani poveri. NÓS SOMOS AQUI Não podemos certamente contar quantos religiosos e leigos tornaram esta história possível durante 150 anos; eles certamente rezaram, trabalharam, ofereceram-se para que um carisma pudesse permanecer vivo na Igreja a favor dos jovens, especialmente dos jovens pobres. ESTAMOS AQUÍ Ciertamente no podemos contar cuántos religiosos y laicos han hecho posible esta historia durante 150 años; ciertamente han rezado, trabajado, ofrecido para que permaneciera vivo en la Iglesia un carisma a favor de los jóvenes, especialmente de los jóvenes pobres. NOI SIAMO QUI Perché abbiamo fatto nostro un carisma che ci porta ad essere educatori dei giovani nelle scuole, nei centri di formazione professionale, negli oratori, nell’accoglienza, nelle parrocchie, secondo modalità che la situazione ci chiede e secondo un processo di incarnazione. NÓS ESTAMOS AQUI Porque fizemos nosso um carisma que nos leva a ser educadores dos jovens nas escolas, nos centros de formação profissional, nos oratórios, na hospitalidade, nas paróquias, de acordo com as formas que a situação nos pede e de acordo com um processo de encarnação. ESTAMOS AQUÍ Porque hemos hecho nuestro un carisma que nos lleva a ser educadores de los jóvenes en las escuelas, en los centros de formación profesional, en los oratorios, en la hospitalidad, en las parroquias, según los modos que la situación nos pide y según un proceso de encarnación. NOI SIAMO QUI Sentiamo il bisogno di dire grazie al Signore, ricco di misericordia. A lui affidiamo il tanto che abbiamo vissuto e il molto che abbiamo fatto, a lui affidiamo le nostre fragilità e le nostre inadempienze. A lui chiediamo di essere sempre accanto a noi per continuare il cammino. ESTAMOS AQUÍ Sentimos la necesidad de dar gracias al Señor, que es rico en misericordia. A Él confiamos lo mucho que hemos vivido y lo mucho que hemos hecho, a Él confiamos nuestras fragilidades y fracasos. A él le pedimos que esté siempre a nuestro lado para continuar el camino. NÓS SOMOS AQUI Sentimos a necessidade de dizer obrigado ao Senhor, que é rico em misericórdia. A Ele confiamos o muito que vivemos e o muito que fizemos, a Ele confiamos nossas fraquezas e fracassos. A Ele, pedimos que esteja sempre ao nosso lado para continuar a viagem. NOI SIAMO QUI Perché ricchi di questa storia vogliamo continuare il cammino nella scia del carisma di San Leonardo Murialdo. Tocca a noi oggi accettare le sfide del presente e mettere le basi per il futuro, tocca a noi oggi essere “amici, fratelli e padri” per i giovani che il Signore ci affida. Siamo noi oggi chiamati a passare il testimone a chi nella Famiglia del Murialdo si farà figlio ed erede per dare continuità ad una storia che appartiene prima di tutto ai giovani poveri. ESTAMOS AQUÍ Porque ricos de esta historia queremos continuar el camino siguiendo la estela del carisma de San Leonardo Murialdo. Nos corresponde hoy aceptar los retos del presente y sentar las bases del futuro, nos corresponde hoy ser "amigos, hermanos y padres" para los jóvenes que el Señor nos confía. Nos corresponde hoy pasar el testigo a aquellos que, en la Familia Murialdo, se convertirán en hijos y herederos para dar continuidad a una historia que pertenece, en primer lugar, a los jóvenes pobres. NÓS ESTAMOS AQUI Porque ricos nesta história, queremos continuar a viagem na esteira do carisma de São Leonardo Murialdo. Cabe-nos hoje aceitar os desafios do presente e lançar as bases para o futuro, cabe-nos hoje ser "amigos, irmãos e pais" para os jovens que o Senhor nos confia. Cabe a nós, hoje, passar o testemunho àqueles da Família Murialdo que se tornarão filhos e herdeiros para dar continuidade a uma história que pertence, antes de tudo, aos jovens pobres.
20 Marzo 2023

L' augurio di Papa Francesco per il 150mo di fondazione
Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti! Ringrazio di cuore Padre Tullio Locatelli per le parole che mi ha rivolto, saluto i Vescovi presenti e la Madre Generale, e do il benvenuto a tutti voi. Ci incontriamo nel 150° anniversario di fondazione della vostra Congregazione. Infatti, il diciannove marzo 1873 San Leonardo Murialdo fondava la Pia Società Torinese di San Giuseppe per la cura e la formazione soprattutto dei giovani operai. A me fa pensare tanto questo tempo, lì, nel “fuoco” – diciamo così –, nel centro della massoneria, a Torino, nel Piemonte, tanti santi, tanti! E dobbiamo studiare perché, perché in quel momento. E proprio nel centro della massoneria e dei “mangiapreti”, i santi, e tanti, non uno, tanti. Dunque ha fondato a Torino, in questo contesto duro, segnato da tanta povertà morale, culturale ed economica, di fronte alla quale non è rimasto indifferente: ha raccolto la sfida e si è messo al lavoro, in mezzo alla massoneria. Così è nata una realtà che nel corso di un secolo e mezzo si è arricchita di persone, di opere, di esperienze culturali diverse, e soprattutto di tanto amore. Una realtà composta oggi da circa cinquecento religiosi – sono pochi, dovete crescere un po’! – e, inoltre, dalle suore Murialdine di San Giuseppe – alle quali pure facciamo gli auguri, nel settantesimo anniversario della loro fondazione –, dall’Istituto secolare e da parecchi laici, tutti uniti in un’unica Famiglia. Tanto è cresciuto il seme posto da Dio nella Chiesa per mezzo delle mani generose di San Leonardo Murialdo! Lo scorso anno, in occasione dell’apertura di questa celebrazione giubilare, ho scritto al vostro Superiore Generale e vi auguravo di continuare a crescere nell’«arte di cogliere le esigenze dei tempi, e di provvedervi con la creatività dello Spirito Santo». Non si può controllare lo Spirito, è Lui che ci porta avanti. Ci vogliono solo discernimento e fedeltà. Vi esortavo a prendervi cura specialmente dei «più giovani, i quali, oggi più che mai, hanno bisogno di testimoni credibili». E vi incoraggiavo a non smettere mai di sognare, sull’esempio di San Giuseppe, vostro Patrono, e di San Leonardo, in spirito di autentica paternità [1]. Oggi, mentre vi rinnovo questo invito, vorrei sottolinearne tre aspetti, che mi sembrano importanti per la vostra vita e per il vostro apostolato. Essi sono: il primato dell’amore di Dio, l’attenzione al mondo che cambia e la dolcezza paterna della carità. L’esperienza dell’amore di Dio ha segnato profondamente la vita di San Leonardo. Lo sentiva in sé forte, concreto, irresistibile, come lui stesso testimonia, scrivendo: «Dio mi ama. Che gioia! […] Non si dimentica mai di me, mi segue e mi guida sempre!». E invitava i fratelli a lasciarsi prima di tutto amare da Dio. Lasciarsi amare da Dio: questo è stato il segreto della sua vita e del suo apostolato. Non solo amare, no, lasciarsi amare. Quella passività – sottolineo – quella passività della vita consacrata, che cresce nel silenzio, nella preghiera, nella carità e nel servizio. E l’invito vale anche per noi: lasciamoci amare da Dio per essere testimoni credibili del suo amore; lasciamo che sia sempre più il suo amore a guidare i nostri affetti, pensieri e azioni. Non le regole, non le disposizioni. Un aneddoto: quando un Generale della Compagnia di Gesù, padre Ledochowski, ha voluto mettere insieme tutta la spiritualità della Compagnia in un libro, per “regolare” tutto – si regolava tutto, c’era la regola del cuoco, tutto regolato, perché la Compagnia di Gesù avesse davanti l’ideale –, inviò il primo esemplare all’abate benedettino, e lui gli rispose: “Caro Padre Generale, con questo documento ha ucciso la Compagnia di Gesù!”. Quando si vuole regolare tutto, si “ingabbia” lo Spirito Santo. E ce ne sono tanti – religiosi, consacrati, preti e vescovi – che hanno ingabbiato lo Spirito Santo. Per favore, lasciare libertà, lasciare creatività. Sempre camminare con la guida dello Spirito. San Leonardo Murialdo era certamente un uomo profondamente mistico. Proprio questo, però, lo ha reso anche molto attento e sensibile ai bisogni degli uomini e delle donne del suo tempo (cfr 2 Cor 5,14), di cui è stato un osservatore acuto e un profeta coraggioso. Ha saputo accorgersi dell’esistenza, attorno a sé, di disagi nuovi, gravi e spesso nascosti, e non ha esitato a prendersene cura. Ha insegnato in particolare ai giovani lavoratori a progettare il loro futuro, a far sentire la loro voce e ad aiutarsi a vicenda. Si è fatto portavoce della parola profetica della Chiesa in un mondo dominato da interessi economici e di potere, dando voce ai più emarginati. Ha saputo poi cogliere il valore del laicato nella vita e nell’apostolato del Popolo di Dio. Nella seconda metà dell’ottocento, un secolo prima del Vaticano II, diceva: «Il laico, di qualsiasi ceto sociale, può essere […] un apostolo non meno del prete e, per alcuni ambienti, più del prete» [2]. Per 2 quell’epoca questo suona protestantesimo. Era coraggioso! Era un uomo di Dio intelligente, aperto! Vi invito a coltivare la sua stessa passione e il suo stesso coraggio: insieme, laici, religiosi e religiose, su strade condivise di preghiera, di discernimento e di lavoro, per essere artigiani di giustizia e di comunione. A questo proposito, vorrei fare riferimento a un ultimo valore importante del vostro carisma: la dolcezza paterna della carità. Possiate ricercarla e viverla tra voi, con spirito di fraternità, ed esercitarla nei confronti di tutti. Essere come Maria nostra Madre: allo stesso tempo forti nella testimonianza e dolci nell’amore. San Leonardo diceva: «La carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza». E per fare questo bisogna saper portare la croce. Ci vuole preghiera, ci vuole sacrificio. E ancora: «Come senza fede non si piace a Dio, così senza dolcezza non si piace al prossimo». Sono parole sue: un semplice e potente programma di vita e di apostolato. Vorrei anche dare testimonianza dei vostri studenti. Quando ero professore a San Miguel, loro studiavano lì, e avevano un Superiore molto pratico e molto bravo. Noi dicevamo che quel Giuseppino, il Superiore, era il “premio Nobel” della furbizia! Perché era un uomo di Dio, ma un furbone! Si muoveva bene! Ricordo bene, un bel gruppo di studenti. Vorrei concludere ricordando proprio l’invito del Murialdo alla santità: «Fatevi santi – diceva – e fate presto... Perché il santo ha uno sguardo lungimirante, rende la vita più umana, comunica speranza e fiducia e sa condividere la sua esperienza che Dio è Amore». Cari fratelli, care sorelle, vi ringrazio di ciò che siete e di ciò che fate nella Chiesa, sulle orme di San Leonardo e ispirati da San Giuseppe. Vi benedico tutti di cuore. E, mi raccomando, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!
17 Marzo 2023

150mo della fondazione
Iniziano i festeggiamenti della Famiglia del Murialdo per il 150esimo anniversario di fondazione della Congregazione di San Giuseppe. Mattinata romana per i partecipanti che, hanno raggiunto il Pontificio Oratorio san Paolo per un incontro in preparazione alla visita di domani dal Santo Padre Francesco. Dopo una visita alla Basilica di San Paolo fuori le mura - dove riposano i resti mortali dell'Apostolo delle genti - i partecipanti all'incontro sono stati accolti nel teatro dell'oratorio San Paolo. Qui - dopo le presentazioni e i saluti di rito - si è tenuto un momento formativo. Nunzia Boccia e Maria José hanno affrontato il tema della consonanza tra il Magistero di Francesco e il Carisma del Murialdo, mettendo in luce tutta l'attualità della nostra spiritualità educativa, centrata sulla misericordia. Ha fatto seguito la Messa, presieduta da Mons. Celmo Lazzari e concelebrata da Mons. Adelio Pasqualotto, p. Tullio Locatelli e tanti sacerdoti giuseppini. La mattinata si è poi conclusa con il pranzo, nel cortile dell'oratorio, reso ancor più speciale dalla tiepida giornata primaverile che il Signore ci ha donato. Concluso il pranzo si riparte, per una visita ai luoghi più significativi della Città Eterna. Un ringraziamento speciale va ai giovani allievi del CFP Engim San Paolo che, con il loro prezioso servizio, hanno preparato il pranzo e accolto i graditi ospiti.
16 Marzo 2023
