CONSULTA ANNUALE IN ARGENTINA


  • 14 Gennaio 2021

Abbiamo vissuto la Consultazione annuale -che si è tenuta in videoconferenza tra il 28 e il 30 dicembre 2020- al termine di un anno molto difficile per tutti, come una grazia, un dono di Dio, un'occasione per crescere nel senso del "noi" tra religiosi e laici.

I partecipanti a questa Consultazione sono stati 35: 24 religiosi (23 giuseppini, 1 murialdina) e 11 laici, sottolineando l'aspetto positivo di questa presenza che rappresenta tanti collaboratori nelle nostre opere e segna il cammino della corresponsabilità nell'ambito della Famiglia di Murialdo e del carisma. 

Nel suo saluto il P. Generale, riferendosi alla lettera "Patris Corde" di papa Francesco e al "coraggio creativo" di san Giuseppe, ci invitava a "progettare, inventare, incontrare" con fede e decisione, confidando in Dio e nella forza della sua Parola, nonostante la nostra fragilità, e anche a chiederci se siamo sempre, con la nostra testimonianza di vita, il "lievito capace di far lievitare tutta la farina" (Mt 13,33).

"Camminare insieme" è stato lo sforzo e il desiderio evidenziato nella Consultazione: è la nostra vocazione e il nostro impegno.

Abbiamo elaborato un programma in continuità (del programma del Capitolo), nell'ascolto dei segni dei tempi (sinodalità, corresponsabilità, collegialità, pandemia, Anno di San Giuseppe, Patto educativo globale, Anno della famiglia) con uno sguardo contemplativo, più realistico, speranzoso, misericordioso e tenero sulle nostre debolezze; lo sguardo di Dio su di noi. La misericordia non abbandona mai coloro che sono lasciati indietro.

Dobbiamo guardare a questo tempo con occhi che sanno essere incantati, anche con quello che chiamiamo "vuoto", che non è mai completamente vuoto.

Uno sguardo che benedice, che sa mettere in evidenza e valorizzare ciò che è positivo, e non tanto per fermarsi al negativo.

Uno sguardo misericordioso che vede Dio venire incontro a noi in ogni momento e in ogni persona: ci perdona, ci abbraccia, ci consola, ci sfida, ci incoraggia.

Abbiamo avuto molti problemi nel 2020 e non sappiamo cosa accadrà nel 2021, ma siamo invitati a guardare oltre i nostri problemi, risvegliando il senso di essere "fratelli tutti".

Crediamo nello Spirito Santo, nel Dio dell'Amore e della Speranza, presente e futuro dei nostri cammini.

 

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Festeggiano 50mo di sacerdozio...

Dal 15 al 20 aprile,  9 sacerdoti Giuseppini si sono ritrovati in Casa Generalizia per festeggiare il loro 50mo di sacerdozio. Sono: P. Mauro Guglielmo (da Foggia), p. Mauro Peserico (da Montecchio), p. Gino Cia - p. Giuseppe Menzato - p. Paolo Manea (da Oderzo), p. Solideo Poletti e p. Leonardo Rigoni (da Ravenna), P. Pedro Olea ( da Siguenza), p. Mariano Zenere (da Madrid). Non era presente nel gruppo del 50mo p. José Vincente Novoa (Ecuador), impossibilitato a venire. A questo gruppo appartengono altri 2 confratelli venuti a mancare un paio di anni fa causa covid (p. Giuseppe Garbin e p. Franco Zago). Nei giorni trascorsi a Roma sono stati ricevuti in udienza dal papa con cui hanno potuto scambiare personalmente qualche parola. Hanno potuto visitare la comunità "Nuovi Orizzonti" e la comunità di sant'Egidio sempre a Roma mentre giovedì 19 hanno celebrato la santa messa con i nostri teologi a Viterbo, dove erano stati consacrati 50 anni fa. Una settimana di intensa esperienza, avendo potuto incontrare di nuovo compagni di ordinazione non visti da parecchi anni e codividendo esperienze fatte e ringraziando il Signore per i doni ricevuti. Han visitato Viterbo dove erano stati ordinati sacerdoti, e a Roma hanno incontrato rappresentanti della Comunità Sant'Egidio e di Nuovi Orizzonti.  Si sono presi anche un po ' di tempo per la preghiera e per dialogare tra loro e concludendo questo momento comunitario sabato 20.  A tutto il gruppo ancora tanti auguri aspettandoli per il 60mo di sacerdozio.


18 Aprile 2024

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Nuovi diaconi giuseppini

La diaconia che serve…   La gioia, come la paura, ci può a volte bloccare. Può essere un’esperienza talmente forte e coinvolgente che non lascia tempo e spazio al pensiero; e ci prende, ci invade, e ci costringe a rimanere in quello sguardo, in quell’incontro. La gioia dei discepoli alla vista del Signore risorto è di questo tipo: non una delle piccole soddisfazioni della quotidianità, non un passeggero stato d’animo, ma la consapevolezza di essere toccati nel profondo, di essere interpellati e personalmente coinvolti. Ma ancor più è una gioia tutta particolare quella dell’incontro con il Signore risorto, perché oltre alla forza immane dell’inaudito e dell’inaspettato, porta con sé la consapevolezza che in Lui le nostre più profonde paure sono davvero dissolte, che la negatività e il male, la paura e tutto ciò che è contro la nostra umanità, viene definitivamente sconfitto ed eliminato. Ma, come se non bastasse, è un incontro che riabilita la storia: sia quella che raccoglie le aspirazioni e le speranze di un popolo, sia quella che ogni essere umano porta con sé. È a questa gioia che il vescovo Piazza ha invitato Alen, Stanley e Kartik (i nuovi diaconi) ad abbeverarsi, a questa gioia a chiesto loro di diventare testimoni, a viverla e a trasmetterla. Nonostante tutte le paure e le sofferenze, nonostante la tristezza che viviamo per il distacco da chi ci ha lasciato da poco e poteva essere qui (Elvis), la diaconia che oggi è urgente annunciare e testimoniare è quella della speranza e della gioia del messaggio evangelico. Solo la consapevolezza dell’immenso dono dell’amore del Padre ci permette di leggere la nostra, e le vite di tutti, come vite nelle mani di Dio, come vite in buone mani.


15 Aprile 2024

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