San Giuseppe, nella pastorale delle nostre scuole


  • 24 Giugno 2021

Parlare della realtà di San Giuseppe nelle scuole Giuseppine in Italia, non è facile, anche perché San Giuseppe, da persona del silenzio, non fa parlare molto di sé. Ma potrei cominciare dicendo che due nostri istituti scolastici sono proprio intitolati a lui: il Collegio Scuola San Giuseppe di Rivoli e la Scuola San Giuseppe di Valbrembo, dove è nata la mia vocazione giuseppina. 

Nei nostri istituti la sua festa era una delle 3 grandi feste tradizionali: Immacolata, San Giuseppe, Murialdo, solennizzate con vacanza, festa comunitaria, celebrazione solenne con le famiglie e preparate con le tradizionali novene. 

Nei tempi recenti si sono perse alcune pratiche, ma ancora oggi si cerca di dare evidenza alla festa di San Giuseppe celebrando la Santa Messa con gli allievi più grandi e con concerti o manifestazioni solenni. 

A Oderzo ogni festa di San Giuseppe celebriamo la Santa Messa con gli allievi del liceo e della scuola di formazione professionale Engim, con la presenza di un superiore della congregazione, lo scorso anno con p. Misihadas, consigliere generale, quest’anno con p. Juan Flores, economo generale. 

Lo scorso anno poi abbiamo recuperato nella mattinata la corsa campestre autunnale, che era stata sospesa a causa della tempesta Vaia e nella serata un concerto canoro, per la festa del papà. 

La festa del papà è sentita molto nella scuola primaria e nella scuola media, dove nella preghiera settimanale, fatta insieme in teatro, preghiamo San Giuseppe per tutti i nostri papà. 

San Giuseppe è riferimento della nostra pedagogia scolastica, che segue il carisma del Murialdo, nella attenzione ai ragazzi, specialmente quelli che fanno più fatica. Ai Giuseppini è insegnato ad essere attenti ai ragazzi come San Giuseppe lo fu con Gesù e a “fare e tacere e fare il bene e farlo bene”. Questi e altri messaggi del nostro carisma sono di ispirazione anche per tutti coloro che collaborano nell’opera educativa con i Giuseppini: insegnanti, educatori, collaboratori vari. Infine ogni due anni facciamo il campo estivo con i bambini di 4 e 5 primaria seguendo la storia di Giuseppe dell’Antico Testamento, seguendo il film Giuseppe re dei sogni. È vero non è lo stesso San Giuseppe! Ma proprio l’assonanza dei nomi fa parlare poi anche della storia della Salvezza, e di chi ha fatto da ponte tra l’Antico e il Nuovo Testamento, cioè proprio San Giuseppe, sposo di Maria. 

Essendo la nostra un’opera fondata dal Murialdo (anche se porta il nome del vescovo che l’ha finanziata) puntiamo molto l’attenzione su San Leonardo, ma egli ha fondato la Congregazione di San Giuseppe e quella di Oderzo è stata ed è ancor oggi la comunità con più confratelli Giuseppini del Murialdo, anche se con una certa età media! 

Infine la statua di San Giuseppe non manca nei nostri ambienti, specialmente nella chiesa grande e nella cappella dei padri. E nella preghiera della comunità c’è sempre la novena di San Giuseppe, vissuta a volte nel modo tradizionale (con tanto di canto “Memento nostri”!) a volte in modo più moderno. E ogni mercoledì la preghiera a San Giuseppe e il canto “Oggi ti preghiamo Giuseppe”. E molto spesso la preghiera a San Giuseppe per i giovani: “Amabilissimo san Giuseppe, noi poniamo sotto il tuo amorevole patrocinio i giovani che ci hai affidati: assistili nei pericoli, preservarli dal peccato e liberali da ogni male. Amen”.

 

d. Massimo Rocchi 

Oderzo

NEWS

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Confratelli di 50mo

Dal 15 al 20 aprile  9 sacerdoti Giuseppini si sono ritrovati in casa generalizia per festeggiare il loro 50esimo di sacerdozio.assente solo il padre vicente Novoa che che dall'equador non è potuto essere presente. Due altri confratelli sono in paradiso causacovit.sono stati ricevuti in udienza dal papa con cui hanno scattato una preziosissima foto ricordo in piazza san pietro Hanno potuto visitare comunità Nuovi orizzonti e sant'Egidio a Roma mentre giovedì 19 aprile hanno celebrato la santa messa con i.nostri teologi a Viterbo ,città dove sono stati consacrati 50 anni fa.isacerdoti sono rimasti contenti di questa esperienza avendo potuto incontrare compagni di ordinazione non visti da parecchi anni.Tutti felici in attesa del 60 di sacerdozio. Scrive p. Tullio Locatelli 'I confratelli che quest'anno ricordano il 50mo di sacerdozio si ritrovano in questa  settimana a Roma per condividere in questi giorni il grazie al Signore per il dono ricevuto e far condivisione delle loro esperienze. Sono: P. Mauro Guglielmo (da Foggia), p. Mauro Peserico (da Montecchio), p. Gino Cia - p. Giuseppe Menzato - p. Paolo Manea (da Oderzo), p. Solideo Poletti e p. Leonardo Rigoni (da Ravenna), P. Pedro Olea ( da Siguenza), p. Mariano Zenere (da Madrid). Manca il p. José Novoa di Babahoyo, Ecuador. Hanno partecipato all'udienza generale di papa Francesco mercoledì scorso, sono stati a Viterbo dove sono stati ordinati sacerdoti, hanno incontrato rappresentanti della Comunità Sant'Egidio e di Nuovi Orizzonti.  Si sono presi anche un po ' di tempo per la preghiera e per dialogare tra loro. La esperienza termina sabato 20'.


18 Aprile 2024

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Nuovi diaconi giuseppini

La diaconia che serve…   La gioia, come la paura, ci può a volte bloccare. Può essere un’esperienza talmente forte e coinvolgente che non lascia tempo e spazio al pensiero; e ci prende, ci invade, e ci costringe a rimanere in quello sguardo, in quell’incontro. La gioia dei discepoli alla vista del Signore risorto è di questo tipo: non una delle piccole soddisfazioni della quotidianità, non un passeggero stato d’animo, ma la consapevolezza di essere toccati nel profondo, di essere interpellati e personalmente coinvolti. Ma ancor più è una gioia tutta particolare quella dell’incontro con il Signore risorto, perché oltre alla forza immane dell’inaudito e dell’inaspettato, porta con sé la consapevolezza che in Lui le nostre più profonde paure sono davvero dissolte, che la negatività e il male, la paura e tutto ciò che è contro la nostra umanità, viene definitivamente sconfitto ed eliminato. Ma, come se non bastasse, è un incontro che riabilita la storia: sia quella che raccoglie le aspirazioni e le speranze di un popolo, sia quella che ogni essere umano porta con sé. È a questa gioia che il vescovo Piazza ha invitato Alen, Stanley e Kartik (i nuovi diaconi) ad abbeverarsi, a questa gioia a chiesto loro di diventare testimoni, a viverla e a trasmetterla. Nonostante tutte le paure e le sofferenze, nonostante la tristezza che viviamo per il distacco da chi ci ha lasciato da poco e poteva essere qui (Elvis), la diaconia che oggi è urgente annunciare e testimoniare è quella della speranza e della gioia del messaggio evangelico. Solo la consapevolezza dell’immenso dono dell’amore del Padre ci permette di leggere la nostra, e le vite di tutti, come vite nelle mani di Dio, come vite in buone mani.


15 Aprile 2024

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