Un oratario estivo


  • 04 Settembre 2020

Prima un intenso periodo di formazione online, sulle orme del Piccolo Principe, poi il ritorno sui campi da gioco e di preghiera. I ragazzi della diocesi di Cefalù sono tornati ad animare gli oratori con il Grest ad Alia, Cefalù, Caltavuturo e Montemaggiore. “Occhi in su. Per ogni fine c’è sempre un nuovo inizio” è il tema pensato dalla diocesi di Cefalù per dare avvio alle attività dopo il blocco forzato del lockdown, anticipate dalla formazione per giovani ed educatori organizzato dalle pastorali giovanile vocazionale, della famiglia, per l’evangeliz-zazione e la catechesi, cooperazione missionaria per le Chiese e Migrantes, che hanno pensato un sussidio di supporto incentrato sul tema dell’essenzialità che ha ispirato la Lettera pastorale del vescovo Giuseppe Marciante.

A Cefalù le parrocchie hanno deciso di lavorare insieme, con circa 100 ragazzi, accompagnati da 40 educatori, fino a ieri. Si sono incontrati tutti i pomeriggi per un Grest diverso da quel- lo degli ultimi anni per rispondere alle prescrizioni governative per limi- tare il contagio da coronavirus. Ad Alia 50 ragazzi con i loro 20 animatori si incontreranno tutti i giorni fino al 14 agosto, tre giorni alla settimana tutti insieme e tre giorni in piccoli gruppi. Mentre circa 200 ragazzi partecipano all’oratorio estivo organizzato insieme dal Comune e dalla parrocchia di Caltavuturo fino al 7 agosto. Montemaggiore va invece a “Caccia di talenti”. Fino al 6 agosto 25 educatori animeranno cinque laboratori (teatro, sport, musica e canto, ballo e arte) per più di 50 ragazzi sia al mattino che al pomeriggio. Attività che, soprattutto nei piccoli centri, rappresentano un collante per tutta la comunità, generando relazioni, incontri, legami.

(articolo dell'Avvenire  "TORNA L’ ANIMAZIONE NEGLI ORATORI" di Alessandra Turrisi 25-07-2020)

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Messaggio di Papa Francesco al capitolo generale della CSJ

Al Reverendo P. Tullio LOCATELLI Superiore generale della Congregazione di San Giuseppe del Murialdo     Nell’approssimarsi della celebrazione del XXIV Capitolo generale della vostra famiglia religiosa, desidero far giungere a Lei e ai Confratelli la mia paterna vicinanza, assicurando la preghiera in tale momento di comunione fraterna e di riflessione. L’evento capitolare è l’occasione in cui lo Spirito Santo suscita nei cuori gratitudine al Signore per i doni che ha elargito e incoraggia tutti ad accogliere le inevitabili complessità che il tempo riserva, con fede e fiducia in Dio che, “così buono, così pwiente, così generoso”, come amava dire il Fondatore, agisce sempre in maniera sorprendente attraverso uomini e donne scelti per essere un faro di luce nelle tenebre del mondo. Ne è prova la storia della Congregazione, nata da1l’ispirazione profetica di San Leonardo Murialdo, che ha saputo cogliere nelle necessità dell’epoca l’esigenza di dedicare il suo Ministero all’educazione cristiana ed intellettuale dei giovani, specialmente degli orfani e di quelli piu disagiati, per garantire loro un inserimento nell’ambito del lavoro. Se consideriamo i mutamenti sociali odierni, come Chiesa percepiamo l’importanza di prendere con urgenza decisioni lungimiranti per il futuro delle nuove generazioni. Pertanto anche Voi, presenti nel vasto campo della pastorale missionaria, siete chiamati ad affrontare le attuali sfide con atteggiamento positivo e confidente facendovi prosslmi con dedizione. Penso dunque al compito di educatori e di consacrati che avete liberamente donato la vita a Cristo e per la Sua Chiesa: ebbene, ravvivate la passione per il Vangelo, portate consolazione e pace a chi è nella prova, esortate cori “tenerezza e carità”, e abbiate cura di quanti sono segnati dalla sofferenza, perché possano scorgere in Voi lo sguardo amorevole del Padre che «asciuga le lacrime su ogni volto» (cfr. I8 25). “Carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza...”; sono parole che ben esprimono l’eredità spirituale di San Leonardo Murialdo da accogliere e trasmettere con benevolenza, in quanto custodi premurosi di Cristo nei fratelli, miti e obbedienti sull’esempio del Santo Patriarca, ehinandoVi sulle ferite del Redentore, presente e vivo nelle piaghe dell’umanità d’oggi, affinché, secondo il Santo sacerdote torinese, «ne perdantur» (Epistolario V, 2156 e 2187). Come ho ricordato nella Lettera Apostolica Patria corde, «tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà» (Lett. Ap., 8 dicembre 2020). Con questi sentimenti, imparto a ciascuno di Voi e all’intera famiglia murialdina la mia Benedizione, affidandoVi alla materna intercessiorie della Vergine Maria, «Madre nostra, ...] la piu amante, la più affettuosa delle madri» e a San Giuseppe suo castissimo sposo, e chiedendoVi di continuare a pregare per me. Fraternamerite Papa Francesco   Roma, da San Giovanni in Laterano, 19 marzo 2024 Solerinità di San Giuseppe sposo della B.V.M. e Patrono della Chiesa Universale


23 Marzo 2024

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