Servo di Dio Padre ETTORE CUNIAL: tra emozioni, ricordi ed invocazioni.


  • 09 October 2020

L’8 ottobre si aperta ufficialmente nella cattedrale di Tirana (Albania) la causa di beatificazione di p. Ettore Cunial. Alla presentazione di p. Giovanni Salustri sulla vita e il profilo di santità del p. Ettore, il vescovo, mons. George Frendo, arcivescovo di Durazzo-Tirana, ha proceduto solennemente all’avvio del riconoscimento della santità del nostro p. Ettore Cunial e il popolo di Dio convocato nella cattedrale ha espresso favorevolmente il proprio consenso con un sentito applauso.

 

Sёrbёtor i Hyit Atё HEKTOR CUNIAL

 

La celebrazione non ha solo rappresentato un momento ufficiale tipico dei riti ecclesiastici, ma ha raccolto una varietà di emozioni nelle persone che hanno atteso e seguito questo evento con grande coinvolgimento e commozione. Già nella fase preparatoria, p. Tullio Locatelli, superiore generale, ha richiamato l’attenzione di tutti i confratelli e della Famiglia del Murialdo a rileggere la propria vocazione alla santità nella storia e nella esemplarità di vita del p. Ettore. Non si tratta solo di sollecitare qualche ricordo in persone che lo hanno incontrato e conosciuto, ma di accogliere l’invito a leggere più in profondità la storia che Dio costruisce con ciascuno di noi tramite la specificità dei santi, di uomini che hanno una particolare familiarità con Dio da suscitare in noi qualcosa di attraente, di affascinante, di curiosità.

E molte persone hanno voluto manifestare in questo evento ciò che p. Ettore ha rappresentato per loro nel cammino personale della fede. Particolarmente significative le parole che Mons. George Frendo ha rivolto ai fedeli nella breve omelia della celebrazione. Rifacendosi alla personale conoscenza che lui stesso ha avuto di p. Ettore, ha esordito che la santità è dono di Dio e non frutto delle nostre opere o delle nostre intenzioni. Era rimasto impressionato dalla disponibilità di p. Ettore a lasciare compiere l’opera di Dio nella sua anima. Sin dal primo incontro con p. Ettore, mentre era parroco a Durazzo, aveva avvertito di essere di fronte a un uomo pieno di Dio, santo… e questo incontro aveva fatto emergere in lui la consapevolezza di essere “peccatore”, con tutti i limiti della sua fragilità umana. In p. Ettore aveva colto l’uomo delle beatitudini evangeliche: un cuore umile, puro, aperto a tutti, disponibile ad ogni ora e situazione. Ogni cammino di santità si radica nella fedeltà radicale al vangelo. Infine, in p. Ettore ha trovato un modello esemplare di sacerdote e missionario: forte della sua debolezza e avvinto dallo Spirito.

Anche Mons. Gjerji Meta, oggi vescovo di Rёshen (Mirёdita), ma non ancora sacerdote al tempo in cui p. Ettore arrivò a Durazzo, ricorda di aver condiviso con lui alcuni mesi di intenso lavoro pastorale scoprendo in p. Ettore un instancabile missionario a servizio della gente in ogni circostanza. Sorpreso lui stesso dall’obbedienza al proprio vescovo di trasferirsi a Tirana, ha trovato in p. Ettore la sollecita e fraterna spinta ad assecondare la volontà di Dio nelle mediazioni umane.

Lo stesso p. Giuseppe Rainone ha riportato a tutti la personale testimonianza al tempo in cui come superiore provinciale, aveva chiesto a p. Ettore di accompagnare la comunità giuseppina in Albania verso nuovi progetti missionari a servizio dei giovani poveri e della chiesa albanese. Un’obbedienza accolta con grande serenità e consapevolezza nonostante una voce maligna avesse gridato a lui con chiaro intento di minaccia, “Ti aspetto a Tirana!”. Con coraggio e determinazione, aveva intrapreso la sua missione portando fino in fondo il dono della sua vita, vittima della sua obbedienza a Dio.  

Ma le voci dei presenti e dei lontani, grazie ai mezzi di comunicazione che abbiamo a portata di mano, hanno fatto immediatamente risuonare le emozioni, l’affetto, le invocazioni a p. Ettore. Sono le voci della nostra gente, del popolo di Dio. Di Suor Maria Renata Chiossi, suora di Santa Giovanna Antida, che dice: “Io c’ero ed è stato commovente. P. Ettore aiutaci dal cielo”. Di Massimo De Maria, giovane del Centro Studi, fondato da p. Ettore a Sant’Agata, che comunica: “Vicini con la preghiera”. Di Rosanna Santoriello che si rivolge a lui in supplica: “Chiedo a p. Ettore una preghiera per la guarigione di mio marito”.

Antonio Sergi testimonia: “Ho avuto la possibilità di conoscerlo in quel di Acquedolci. Una bella persona, riusciva a trasmettere tanta serenità, occupandosi con umiltà di lavori manuali presso la comunità giuseppina. Un amico di tutti…”. Teresa Maniaci Brasone di Sant’Agata fa il punto: “Oggi si segna un nuovo passo, caro p. Ettore. Sono passati nove anni da quando armati di gioia e amicizia profonda, ci siamo imbarcati in un pulmino pronti ad attraversare il mare Adriatico per ricordarti in questa giornata a Casa Nazareth. Poco più che bambina, ricordo ancora il freddo, la pioggia, un auditorium pieno di giovani, le celebrazioni, la fiaccolata. Oggi si segna un nuovo passo caro p. Ettore, e noi come allora, stiamo con il cuore attraversando l’Adriatico per venire a testimoniare che la tua santità nella nostra vita è stata un dono. Oggi si segna un passo, caro p. Ettore, che è preludio di gioia infinitamente più grande…”.

E tante altre voci si potrebbero aggiungere, perché p. Ettore è diventato un dono non solo per noi, ma per tutta la chiesa.

 

NOTICIAS

Otras noticias

Messaggio di Papa Francesco al capitolo generale della CSJ

Al Reverendo P. Tullio LOCATELLI Superiore generale della Congregazione di San Giuseppe del Murialdo     Nell’approssimarsi della celebrazione del XXIV Capitolo generale della vostra famiglia religiosa, desidero far giungere a Lei e ai Confratelli la mia paterna vicinanza, assicurando la preghiera in tale momento di comunione fraterna e di riflessione. L’evento capitolare è l’occasione in cui lo Spirito Santo suscita nei cuori gratitudine al Signore per i doni che ha elargito e incoraggia tutti ad accogliere le inevitabili complessità che il tempo riserva, con fede e fiducia in Dio che, “così buono, così pwiente, così generoso”, come amava dire il Fondatore, agisce sempre in maniera sorprendente attraverso uomini e donne scelti per essere un faro di luce nelle tenebre del mondo. Ne è prova la storia della Congregazione, nata da1l’ispirazione profetica di San Leonardo Murialdo, che ha saputo cogliere nelle necessità dell’epoca l’esigenza di dedicare il suo Ministero all’educazione cristiana ed intellettuale dei giovani, specialmente degli orfani e di quelli piu disagiati, per garantire loro un inserimento nell’ambito del lavoro. Se consideriamo i mutamenti sociali odierni, come Chiesa percepiamo l’importanza di prendere con urgenza decisioni lungimiranti per il futuro delle nuove generazioni. Pertanto anche Voi, presenti nel vasto campo della pastorale missionaria, siete chiamati ad affrontare le attuali sfide con atteggiamento positivo e confidente facendovi prosslmi con dedizione. Penso dunque al compito di educatori e di consacrati che avete liberamente donato la vita a Cristo e per la Sua Chiesa: ebbene, ravvivate la passione per il Vangelo, portate consolazione e pace a chi è nella prova, esortate cori “tenerezza e carità”, e abbiate cura di quanti sono segnati dalla sofferenza, perché possano scorgere in Voi lo sguardo amorevole del Padre che «asciuga le lacrime su ogni volto» (cfr. I8 25). “Carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza...”; sono parole che ben esprimono l’eredità spirituale di San Leonardo Murialdo da accogliere e trasmettere con benevolenza, in quanto custodi premurosi di Cristo nei fratelli, miti e obbedienti sull’esempio del Santo Patriarca, ehinandoVi sulle ferite del Redentore, presente e vivo nelle piaghe dell’umanità d’oggi, affinché, secondo il Santo sacerdote torinese, «ne perdantur» (Epistolario V, 2156 e 2187). Come ho ricordato nella Lettera Apostolica Patria corde, «tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà» (Lett. Ap., 8 dicembre 2020). Con questi sentimenti, imparto a ciascuno di Voi e all’intera famiglia murialdina la mia Benedizione, affidandoVi alla materna intercessiorie della Vergine Maria, «Madre nostra, ...] la piu amante, la più affettuosa delle madri» e a San Giuseppe suo castissimo sposo, e chiedendoVi di continuare a pregare per me. Fraternamerite Papa Francesco   Roma, da San Giovanni in Laterano, 19 marzo 2024 Solerinità di San Giuseppe sposo della B.V.M. e Patrono della Chiesa Universale


23 March 2024

thumb