Educare il cuore


  • 14 April 2020

Un santo, una famiglia di educatori, uno stile pedagogico

Chi è l’educatore oggi?

Ecco il suo identikit:

  • sa stare davanti al giovane, proporre ideali umani e religiosi, vissuti e vivibili;
  • sa ascoltare anche le domande inespresse;
  • sa essere coraggioso nel prendere il largo dalla mediocrità del quotidiano.

Queste capacità provengono da uno sguardo:

«Lo sguardo di Gesù sul mondo, sulla gente, sulla storia sa cogliere ovunque, assieme alle sfide, anche le opportunità di grazia che si manifestano. Il suo è uno sguardo di compassione…  Vorremmo che questo sguardo diventi il nostro»

(cfr Circolare del Sup.Gen. dei Giuseppini del 29 giugno 2005).

Per questo, la pedagogia del Murialdo e quella dei suoi collaboratori e continuatori non costituiscono un modello da ripetere. La storia cammina e i modi operativi del passato non sono riproponibili tali e quali oggi.
Non sono le “cose” da fare e neanche il “come farle” che dobbiamo andare a chiedere al Murialdo. Queste domande troveranno una risposta nell’analisi della situazione attuale, nella seria e aggiornata preparazione di ogni operatore, nel discernimento comunitario.

Come rassomigliare al Murialdo oggi?

Al Murialdo possiamo invece domandare qualcosa d’altro. Innanzitutto gli occhi per vedere le situazioni che chiedono il nostro intervento (i ragazzi poveri e abbandonati).

Poi una giusta focalizzazione degli obiettivi: la crescita di ogni dimensione del ragazzo, quella fìsica e quella intellettuale, quella professionale e quella morale, quella sociale e quella religiosa.
Da lui impariamo anche che il buon educatore è quello che, senza sottovalutare una seria preparazione, gioca però le sue carte migliori in un rapporto di amore con i suoi ragazzi, spendendo per essi la sua vita, anche al di là di quello che è dovuto, perché solo un più disinteressato spirito di servizio è segno di un più grande amore.
Raccogliamo anche dal Murialdo preziose indicazioni sullo stile di famiglia, irrinunciabile condizione per fare del bene, sulla speranza, senza la quale non ha senso impegnarsi in un lavoro formativo, sulla dolcezza e sulla pazienza, doti che non tutti possiedono, ma alle quali tutti devono tendere.
Ne traiamo infine la convinzione che, per quanto nascosto sia il nostro ruolo, per quanto poco appariscente appaia la parte che ci è stata assegnata, noi siamo all’opera in quell’umile ma insostituibile lavoro educativo che il Murialdo riteneva una delle questioni più gravi ed importanti del suo tempo e che resta una sfida ineludibile anche oggi (cf. Scritti, IX, p. 153).

Lo stile educativo del Murialdo
 

Che cosa è?

E’ un progetto di ricerca, approfondimento e diffusione della nostra pedagogia, fondata nello stile educativo del Murialdo e conosciuta in tante nazioni come Pedagogia dell’Amore.

Si tratta di un percorso di riflessione multi e interdisciplinare sulla dimensione pedagogica della nostra spiritualità.

Il nostro carisma è una spiritualità pedagogica; quindi, il nostro cammino personale e comunitario nella sequela di Gesù per la costruzione del suo Regno si contraddistingue per questo spessore educativo. Perciò, per tutti quelli, laiche/i e religiose/i, che prendiamo ispirazione per la nostra vita dal Carisma del Murialdo, il riflettere sulla nostra pedagogia non è guardare soltanto a quello che facciamo, ma anche a quello che siamo. Appartiene alla nostra chiamata di vivere in Cristo.

Lungo il percorso ci saranno delle proposte di riflessione e condivisione in diverse aree:

  • area biblica-teologica-ecclesiologica
  • area antropologica-pedagogica
  • area giuseppina-murialdina
  • area di condivisione di buone pratiche segnate dal nostro stile educativo

Pedagogia Dell’Amore – vol. I (it-es-pt-en)

Pedagogia Dell’Amore – vol. II (it-es-pt-en)

Pedagogia Dell’Amore – vol. II (it-es-pt-en)

Pedagogia Dell’Amore – vol. IV (it-es-pt-en)

NEWS

Outras News

Messaggio di Papa Francesco al capitolo generale della CSJ

Al Reverendo P. Tullio LOCATELLI Superiore generale della Congregazione di San Giuseppe del Murialdo     Nell’approssimarsi della celebrazione del XXIV Capitolo generale della vostra famiglia religiosa, desidero far giungere a Lei e ai Confratelli la mia paterna vicinanza, assicurando la preghiera in tale momento di comunione fraterna e di riflessione. L’evento capitolare è l’occasione in cui lo Spirito Santo suscita nei cuori gratitudine al Signore per i doni che ha elargito e incoraggia tutti ad accogliere le inevitabili complessità che il tempo riserva, con fede e fiducia in Dio che, “così buono, così pwiente, così generoso”, come amava dire il Fondatore, agisce sempre in maniera sorprendente attraverso uomini e donne scelti per essere un faro di luce nelle tenebre del mondo. Ne è prova la storia della Congregazione, nata da1l’ispirazione profetica di San Leonardo Murialdo, che ha saputo cogliere nelle necessità dell’epoca l’esigenza di dedicare il suo Ministero all’educazione cristiana ed intellettuale dei giovani, specialmente degli orfani e di quelli piu disagiati, per garantire loro un inserimento nell’ambito del lavoro. Se consideriamo i mutamenti sociali odierni, come Chiesa percepiamo l’importanza di prendere con urgenza decisioni lungimiranti per il futuro delle nuove generazioni. Pertanto anche Voi, presenti nel vasto campo della pastorale missionaria, siete chiamati ad affrontare le attuali sfide con atteggiamento positivo e confidente facendovi prosslmi con dedizione. Penso dunque al compito di educatori e di consacrati che avete liberamente donato la vita a Cristo e per la Sua Chiesa: ebbene, ravvivate la passione per il Vangelo, portate consolazione e pace a chi è nella prova, esortate cori “tenerezza e carità”, e abbiate cura di quanti sono segnati dalla sofferenza, perché possano scorgere in Voi lo sguardo amorevole del Padre che «asciuga le lacrime su ogni volto» (cfr. I8 25). “Carità è guardare e dire il bello di ognuno, perdonare di cuore, avere serenità di volto, affabilità, dolcezza...”; sono parole che ben esprimono l’eredità spirituale di San Leonardo Murialdo da accogliere e trasmettere con benevolenza, in quanto custodi premurosi di Cristo nei fratelli, miti e obbedienti sull’esempio del Santo Patriarca, ehinandoVi sulle ferite del Redentore, presente e vivo nelle piaghe dell’umanità d’oggi, affinché, secondo il Santo sacerdote torinese, «ne perdantur» (Epistolario V, 2156 e 2187). Come ho ricordato nella Lettera Apostolica Patria corde, «tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà» (Lett. Ap., 8 dicembre 2020). Con questi sentimenti, imparto a ciascuno di Voi e all’intera famiglia murialdina la mia Benedizione, affidandoVi alla materna intercessiorie della Vergine Maria, «Madre nostra, ...] la piu amante, la più affettuosa delle madri» e a San Giuseppe suo castissimo sposo, e chiedendoVi di continuare a pregare per me. Fraternamerite Papa Francesco   Roma, da San Giovanni in Laterano, 19 marzo 2024 Solerinità di San Giuseppe sposo della B.V.M. e Patrono della Chiesa Universale


23 March 2024

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