Il messaggio del padre generale per il santo Natale


  • 23 December 2020

UN NATALE PIU’…. GIUSEPPINO

Carissimi confratelli.

Carissimi tutti della Famiglia del Murialdo.

La pubblicazione della Lettera Apostolica di papa Francesco “PATRIS CORDE” è stata per noi una sorpresa e un grande motivo di gioia. Con essa il papa ha voluto ricordare i 150 anni della proclamazione di san Giuseppe quale patrono  della Chiesa Universale e offrire  una rinnovata proposta di devozione a san Giuseppe.

Papa Francesco ha anche proclamato un anno dedicato a san Giuseppe.  

Purtroppo non c’è stato un tempo di preparazione;  ci siamo già sentiti a livello di Conferenza Interprovinciale, ci stiamo attrezzando e  organizzando per offrire sussidi e proposte; iniziative online saranno programmate in occasione delle feste e memorie liturgiche di san Giuseppe. 

Intanto viviamo il Natale accompagnati da san Giuseppe.

Vi invito soprattutto a fare propri nella preghiera e nelle meditazione, sia personale sia comunitaria, questi tre aspetti legati alla figura paterna di San Giuseppe.

San Giuseppe, Padre nella tenerezza. Il Murialdo ci ricorda che la tenerezza è una caratteristica dell’amore di Dio. “Gesù ha visto la tenerezza di Dio in Giuseppe” scrive papa Francesco. Che le nostre sorelle e i nostri fratelli, i nostri giovani, possano vedere in ciascuno dei membri della Famiglia del Murialdo un poco della tenerezza di Dio.

San Giuseppe, Padre nell’accoglienza. Scrive papa Francesco: “L’accoglienza di Giuseppe ci invita ad accogliere gli altri, senza esclusione, così come sono, riservando una predilezione per i più deboli, perché Dio sceglie ciò che è debole”. Il Murialdo ci ricorda che sono “più nostri” i giovani “più orfani ed abbandonati”.

San Giuseppe, Padre dal coraggio creativo. Già all’inizio della lettera apostolica papa Francesco mette in risalto il tempo di pandemia che stiamo vivendo e, più avanti, scrive: “coraggio creativo. Esso emerge soprattutto quando si incontrano difficoltà. Infatti, davanti a una difficoltà ci si può fermare e abbandonare il campo, oppure impegnarsi in qualche modo. Sono a volte proprio le difficoltà che tirano fuori da ciascuno di noi risorse che nemmeno pensavamo di avere”.  Siamo in tempi di assemblee nelle varie nazioni dove siamo presenti e preghiamo san Giuseppe che non ci manchi “il coraggio creativo”.

San Giuseppe ci aiuti a vivere il Natale 2020 in modo più profondo e più realisticamente vicino a quel primo Natale. Le condizioni che oggi ci vengono imposte possono essere occasione per capire meglio quella frase di Luca: “per loro non c’era posto nell’alloggio” (Lc 2, 7).  Quasi a dire che san Giuseppe ha dovuto adattarsi, accettare  limitazioni, condizionamenti, e, infine, ingegnarsi a trovare un posto per la nascita di Gesù.

A san Giuseppe affido ogni buon augurio per il Natale 2020 e per l’anno 2021, perché il celebrarli e il viverli sapendolo compagno di viaggio  renderà più fiducioso il nostro cammino in questi tempi particolarmente difficili.

Un forte abbraccio per tutti.

d. Tullio Locatelli, padre generale

NEWS

Outras News

Festeggiana 50mo di sacerdozio...

Dal 15 al 20 aprile,  9 sacerdoti Giuseppini si sono ritrovati in Casa Generalizia per festeggiare il loro 50mo di sacerdozio. Sono: P. Mauro Guglielmo (da Foggia), p. Mauro Peserico (da Montecchio), p. Gino Cia - p. Giuseppe Menzato - p. Paolo Manea (da Oderzo), p. Solideo Poletti e p. Leonardo Rigoni (da Ravenna), P. Pedro Olea ( da Siguenza), p. Mariano Zenere (da Madrid). Non era presente nel gruppo del 50mo p. José Vincente Novoa (Ecuador), impossibilitato a venire. A questo gruppo appartengono altri 2 confratelli venuti a mancare un paio di anni fa causa covid (p. Giuseppe Garbin e p. Franco Zago). Nei giorni trascorsi a Roma sono stati ricevuti in udienza dal papa con cui hanno potuto scambiare personalmente qualche parola. Hanno potuto visitare la comunità "Nuovi Orizzonti" e la comunità di sant'Egidio sempre a Roma mentre giovedì 19 hanno celebrato la santa messa con i nostri teologi a Viterbo, dove erano stati consacrati 50 anni fa. Una settimana di intensa esperienza, avendo potuto incontrare di nuovo compagni di ordinazione non visti da parecchi anni e codividendo esperienze fatte e ringraziando il Signore per i doni ricevuti. Han visitato Viterbo dove erano stati ordinati sacerdoti, e a Roma hanno incontrato rappresentanti della Comunità Sant'Egidio e di Nuovi Orizzonti.  Si sono presi anche un po ' di tempo per la preghiera e per dialogare tra loro e concludendo questo momento comunitario sabato 20.  A tutto il gruppo ancora tanti auguri aspettandoli per il 60mo di sacerdozio.


18 April 2024

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Nuovi diaconi giuseppini

La diaconia che serve…   La gioia, come la paura, ci può a volte bloccare. Può essere un’esperienza talmente forte e coinvolgente che non lascia tempo e spazio al pensiero; e ci prende, ci invade, e ci costringe a rimanere in quello sguardo, in quell’incontro. La gioia dei discepoli alla vista del Signore risorto è di questo tipo: non una delle piccole soddisfazioni della quotidianità, non un passeggero stato d’animo, ma la consapevolezza di essere toccati nel profondo, di essere interpellati e personalmente coinvolti. Ma ancor più è una gioia tutta particolare quella dell’incontro con il Signore risorto, perché oltre alla forza immane dell’inaudito e dell’inaspettato, porta con sé la consapevolezza che in Lui le nostre più profonde paure sono davvero dissolte, che la negatività e il male, la paura e tutto ciò che è contro la nostra umanità, viene definitivamente sconfitto ed eliminato. Ma, come se non bastasse, è un incontro che riabilita la storia: sia quella che raccoglie le aspirazioni e le speranze di un popolo, sia quella che ogni essere umano porta con sé. È a questa gioia che il vescovo Piazza ha invitato Alen, Stanley e Kartik (i nuovi diaconi) ad abbeverarsi, a questa gioia a chiesto loro di diventare testimoni, a viverla e a trasmetterla. Nonostante tutte le paure e le sofferenze, nonostante la tristezza che viviamo per il distacco da chi ci ha lasciato da poco e poteva essere qui (Elvis), la diaconia che oggi è urgente annunciare e testimoniare è quella della speranza e della gioia del messaggio evangelico. Solo la consapevolezza dell’immenso dono dell’amore del Padre ci permette di leggere la nostra, e le vite di tutti, come vite nelle mani di Dio, come vite in buone mani.


15 April 2024

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