Si conclude la conferenza interprovinciale 2023
- 25 March 2023
NOI SIAMO QUI
La Conferenza Interprovinciale è stata celebrata nei giorni 20 - 25 marzo presso Villa Speranza dei padri somaschi in San Mauro Torinese. I partecipanti sono stati 25 tra laici, laiche, confratelli.
La CI ha risposto a quanto veniva chiesto a questa assemblea: muovere i primi passi della stagione capitolare, definire un documento di indirizzo per i capitoli locali e provinciali, indicare data e luogo del capitolo generale, stabilire i criteri di partecipazione per i laici e i confratelli, formare la commissione preparatoria al capitolo generale.
Mi pare importante far risaltare che la CI ha preso atto dei bisogni più urgenti che segnano la nostra vita di Congregazione e di Famiglia del Murialdo e per essi ha indicato dei cammini di riflessione e di operatività che ora saranno condivisi a livello locale e provinciale.
La lettura del documento fa subito risaltare come risenta dei giorni legati alla celebrazione del 150mo di fondazione, ed esprime soprattutto un legame speciale con il discorso di papa Francesco.
Sono stati per tutti giorni di entusiasmo, di comunione, di immersione nel carisma di san Leonardo Murialdo; per molti era la prima volta che venivano a Torino e personalmente conoscevano i luoghi dove il Murialdo aveva vissuto e fondato la Congregazione.
E’ stato un tempo di grazia che certamente porterà frutto.
“Non basta indicare i cammini, occorre imparare a camminare in modo nuovo”; “cogliere nel presente i semi del futuro”; “lasciarsi interpellare dall’altro”; “sentire il grido dei giovani e del mondo”. Sono alcune delle espressioni risuonate in assemblea.
Rimane fondamentale soprattutto il mettersi in ascolto dello Spirito per cogliere che cosa oggi il Signore dice alla nostra famiglia religiosa. Papa Francesco ci invitava ad avere uno sguardo libero da legami e aperto sull’orizzonte perché sia capace di cogliere la realtà nel suo tendere verso il futuro.
La mattina del 18 marzo nel teatro degli Artigianelli la manifestazione ufficiale per il 150mo di fondazione si è aperta con una affermazione: “Noi siamo qui”.
Non è solo un proposito, è soprattutto una dichiarazione di fedeltà alla missione in favore dei giovani, chiedendo al Murialdo di ravvivare la nostra scelta vocazionale e di poter essere degni figli ed eredi di una storia che ora è affidata a noi.
Siamo convinti che possiamo scrivere una nuova pagina di storia come Famiglia del Murialdo: radicata nelle sue origini sappia incarnare nell’oggi il carisma di San Leonardo Murialdo.
Un augurio che impegna ciascuno.
p. Tullio Locatelli
padre generale
CAPITOLO GENERALE XXIV
Messico – 27 maggio/15 giugno
DOCUMENTO DI ORIENTAMENTO O DI INDIRIZZO*
IN ASCOLTO DEL GRIDO DEI GIOVANI E DELLA TERRA,
E ANIMATI DALLO SPIRITO,
COME FRATELLI E SORELLE APRIAMO NUOVI CAMMINI DI SPERANZA
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"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
Farò di te un grande popolo
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione.
(Gn 12, 1-2)
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IN ASCOLTO DEL GRIDO DEI GIOVANI E DELLA TERRA
In questa parte del nostro motto non sembra esserci molta novità o innovazione. Ad esempio, il motto del Capitolo generale XIII era: "In cammino con i giovani e in ascolto di un mondo che cambia, annunciamo la gioia del Vangelo, condividendo il carisma". Ci sono due eccezioni: i giovani ora "gridano" e appare la "terra". Inoltre, considerati globalmente, non riconosciamo più solo che "il mondo sta cambiando", ma siamo più consapevoli di dover cambiare noi e di dover aprire nuove strade.
Testi per la meditazione e l'illuminazione:
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Preghiera ispirata a San Leonardo Murialdo.
“Prendi lezioni dal passato ma vivi nel tuo tempo, ascolta e comprendi le voci dell’universo, della tua terra, della tua gente della tua città, della tua patria, le voci dei sofferenti, dei poveri e degli oppressi. Compenetrati di tutto ciò che è bello buono, vero e santo. Non si perde nulla a vivere generosamente, nobilmente, amabilmente, nutrendo nell’animo la sincerità, la giustizia, il buon senso, la bontà. Solo così imparerai a leggere i segni dei tempi e di Dio, e a sentire i richiami delle anime”.
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La vedova di Nain e Gesù (Lc 7, 11ss).
A contatto con Cristo, chi si sente morto, risorge!
“Gesù si recò poi in una città chiamata Nain, accompagnato dai suoi discepoli e da una grande folla. Proprio mentre si avvicinava alla porta della città, l'unico figlio di una donna vedova veniva portato a seppellire e molti abitanti del luogo erano con lei. Quando il Signore la vide, si commosse e le disse: "Non piangere". Poi si avvicinò e toccò la bara. I portatori si fermarono e Gesù disse: "Giovane, ti ordino di alzarti". Il morto si alzò e cominciò a parlare. E Gesù lo consegnò a sua madre. Tutti erano pieni di stupore e lodavano Dio, dicendo: "Un grande profeta è apparso in mezzo a noi e Dio ha visitato il suo popolo.”
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Esortazione Apostolica Postsinodale Christus Vivit; specialmente (30-33).
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Enciclica Laudato Si.
A . IN ASCOLTO...
Prima di tutto si tratta di ascoltare. È l'atteggiamento fondamentale. È anche un modo di conoscere e di relazionarsi. L'ascolto ci aiuta innanzitutto a resistere alla tentazione di "parlare per...", che nasconde ogni paternalismo, e a rivedere i nostri pregiudizi. È il primo passo del processo sinodale.
Dall'ascolto che nascono le "nuove strade" che vogliamo aprire; non da noi stessi e non dalle nostre proiezioni.
Non basta "vedere" (comodamente, dal posto di osservatore o di critico) ciò che abbiamo davanti, ma bisogna "ascoltare" chi ci sta accanto e chi sta "dietro". E per ascoltare è necessario stare con i giovani. Ribadiamo lo slogan di essere: "amici, fratelli e padri".
Deve essere un ascolto sia a livello di atteggiamenti personali che di strutture. È necessario creare "strutture di ascolto", anche se sappiamo che il grido le travolge sempre. Questo deve avvenire a tutti i livelli. Il CG potrebbe anche proporre un'équipe generale per favorire questi processi di ascolto, in collaborazione soprattutto con coloro che lavorano nella pastorale giovanile.
L'ascolto implica tre esigenze: in primo luogo, contrariamente all'accelerazione e alla fretta in cui è coinvolta la cultura contemporanea, l'ascolto richiede tempo e deve stabilire il polso e il ritmo della relazione; in secondo luogo: l'ascolto richiede conversione, cambiamento. Terzo: l'ascolto richiede discernimento.
Il discernimento è necessario prima dell’ascolto (dove gridano i giovani), durante (cosa gridano), dopo (di quale aiuto hanno bisogno i giovani).
B. … DEL GRIDO:
La parola non va presa in senso letterale, perché ci sono anche gridaa silenziose. Parliamo di un grido per indicare che ci sfida. È una modalità di espressione assordante, che non permette di rimanere uguali, impassibili, che ci mette sempre in movimento. Comprende persino una certa sfumatura di urgenza. Assomiglia a un grido, nel senso biblico del termine.
Che cosa dicono? Innanzitutto, è un grido di aiuto: esprime una grande insicurezza (sul lavoro, sul futuro, ecc.); anche una certa mancanza di senso, di speranza. Per quest'ultimo motivo, vogliamo offrire percorsi di speranza. In secondo luogo, i giovani gridano anche gioia, gridano speranza, entusiasmo, vita: i giovani non vivono a "bassa voce".
Non ci concentriamo solo sul negativo, su ciò che non va. E’ questo il nostro modo caratteristico di ascoltare e rispondere a questo grido? E’ un ascolto educativo mosso dal sentimento e dalla fiducia che Dio li ama con amore misericordioso?
Il CG dovrebbe essere un'occasione per chiederci sinceramente: come Chiesa, come congregazione, come provincia religiosa... sappiamo ascoltare?
Il grido può superare le nostre capacità. Le nostre risorse, la nostra disponibilità potrebbero non essere all'altezza dei bisogni. Qui si rafforza la necessità di fare rete.
Un'ultima riflessione generale: oggi sembra che "tutto gridi": i giovani, la terra, i migranti, le minoranze, ecc... C'è il rischio che non si dica nulla. Grida tra le grida; puro rumore. Per non perdersi tra le voci e la confusione, è necessario discernere ciò che è comune a queste grida (visione integrale).
C. ...DEI GIOVANI:
Sono il cuore del nostro carisma. Non solo i "nostri giovani", quelli che già partecipano alle nostre opere, ma tutti i giovani, anche quelli che sono fuori dalle nostre opere. Anche il Papa, nell’udienza del 17 marzo, ha detto: "prestate particolare attenzione ai più giovani, che oggi più che mai hanno bisogno di testimoni credibili".
Sono i giovani che possono rinnovarci, non noi stessi. Insistiamo: il rinnovamento viene da fuori, non dalla crescita di ciò che già c'è.
Per loro dobbiamo uscire - come dice Papa Francesco- andare all'incontro; non solo chiamare-convocare. È necessario cambiare la direzione: non aspettare, ma uscire (sempre con un atteggiamento di ascolto).
Non cercare di "unificare", omogeneizzare i giovani. È necessario rispettare la loro pluralità, la loro diversità. Il loro grido ha "lingue, dialetti", ecc....
Questo atteggiamento genera nuovi cammini di speranza. "Giovani: non lasciatevi rubare la speranza e la gioia" (Christus Vivit, 107). È molto interessante come il Papa descrive i giovani in quel documento. Tenetelo a mente.
D. … E DELLA TERRA:
Si tratta di una novità importante rispetto alla CG XXIII e deve permeare tutto il documento.
Ispirazione biblica: "Sappiamo che tutta la creazione geme e si strugge nel parto" (Rm 8,22). (Rm 8,22).
Il documento di riferimento dovrebbe essere la Laudato Si'.
La Terra è la "casa comune" di tutti, e anche … della Famiglia Murialdo. Ma è anche il mondo e in questo senso è anche il "grido del mondo".
Dobbiamo accogliere l'invito di Francesco a pensare in termini di "ecologia integrale". In particolare: "Ascoltate il grido della terra e dei poveri" (LS 117). Noi, a partire dal carisma giuseppino, diremmo: "Ascoltate il grido della terra e dei giovani poveri".
E’ importante approfondire il rapporto tra i "due gridi": dei giovani vulnerabili e della terra. Da un lato, i giovani sono quelli che "soffrono" di più per le ingiustizie e i problemi ambientali, dall'altro, i giovani sono molto sensibili, più ecologicamente consapevoli di noi.
A partire dalle nostre opere educative, la sfida è quella di rivedersi in termini di educazione integrale, nel senso di una "conversione ecologica" (217ss), che implica anche un'educazione ecologica.
Su questo tema è più che mai necessario lavorare in "rete": né i giuseppini e nè nessun altro possono farcela da soli! No, all'autosufficienza; Sì, al lavoro collaborativo e in rete. Reti non solo tra giuseppini, ma anche con diversi attori della società civile.
*Vi condividiamo la prima parte del documento di indirizzo
NEWS
Outras News
6° giorno settimana vocazionale
Intendono seguire più da vicino Cristo casto, povero,obbediente [...] (Cost. 1) Continuiamo questo cammino alla scoperta e riscoperta della nostra vocazione battesimale alla sequela di Cristo. Ieri abbiamo scoperto la nostra vocazione come animata, bagnata dall’amore che Dio ci dona, oggi vediamo come questa sia un vero e proprio appello a seguire lui nel fratelli. Dagli Scritti del Murialdo: Oh, qual grazia immensa è la vocazione religiosa! È Dio che ti ha chiamato, Dio che ti ha scelto, Dio che ti vuole tutto suo. Non sei tu che hai fatto questo passo: è Lui che ti ha preceduto, ti ha amato per primo, ti ha preso per mano e ti ha condotto. Ricordalo sempre: la tua vocazione è amore, tutto amore.Non ti ha scelto perché sei il migliore, ma perché ti ama. Ti ha visto debole e ha voluto sostenerti, ti ha visto povero e ha voluto arricchirti. Non guardare i tuoi difetti, non scoraggiarti se sei imperfetto: guarda a Gesù, che ti ha voluto con sé, nella sua vigna, nella sua casa, per sempre.E che farai tu per Lui? Amerai, servirai, donerai la tua vita giorno per giorno, con gioia, anche nella fatica. La tua vocazione è cammino, non perfezione subito. Ma chi camminacon amore è già nella volontà di Dio. lasciati incontrare nel nostro cuore, perché possiamo sentire il tuo amore per noi,il grido dei nostri fratelli, la chiamata ad una vita nuovala sorgente della nostra missione, la via della nostra felicità vera. Donaci la grazia Dio, di gustare il tuo amore perché lo incarniamo nella nostra vita.
09 May 2025

5° giorno settimana vocazionale
Animati dalla carità che lo Spirito infonde nel loro cuore. (Cost. 1 ) Continuiamo questo cammino alla scoperta e riscoperta della nostra vocazionebattesimale alla sequela di Cristo, che ci spinge ad uscire fuori di noi stessi, verso glialtri, verso le comunità in cui viviamo, verso i giovani, sull’esempio di San LeonardoMurialdo. Mettiamoci in cammino e cogliamo l’invito ad essere pellegrini: il suo amore cifa da stella cometa, la nostra libera volontà ci permette di camminare dietro di lui perchésiamo animati dal suo amore che ci dona una vista nuova. Dagli Scritti del Murialdo (IV, pp. 287-289) Bartimeo è cieco; anche noi non vedevamo la sorte di chi è chiamato da Gesù. Bartimeomendicava: anche noi eravamo poveri. Bartimeo gridava: «Gesù, Figlio di Davide! Gesùfiglio di Giuseppe!». Gesù lo chiama. I presenti gli dicono: «Coraggio! Alzati, ti chiama». EBartimeo, gettato via il suo povero mantello, saltò su, andò da Gesù che lo chiamava. Gesù gli dice: «Che cosa vuoi che io ti faccia?». Rispose: «Che io veda!». Signore, che io veda la mia miseria, che io veda la vanità del mondo, delle ricchezze edegli onori, che io veda la preziosità della vocazione religiosa! Gesù dice al cieco:«Va’, la tua fede ti ha salvato». Continua san Marco: «E subito vide e seguivaGesù lungo la strada», e san Luca aggiunge: «Glorificando Dio» (Lc 18,43). La vocazione è un dono che Dio ci offre per essere pienamente felici in Lui, con noistessi e i fratelli; è un incontro d’amore. Una domanda che lui ci rivolge e che, come nelVangelo, trova nella comunità uno strumento che a lui ci avvicina. La chiamata di Dio èuna chiamata che nasce nell’amore, si comunica nell’amore e significa amore, in modopersonale per ciascuno. A noi spetta il coraggio di sentirlo, di seguirlo “Coraggio! Alzati,ti chiama!”; è l’amore, attraverso lo Spirito, che ci anima!
08 May 2025

4° giorno settimana vocazionale
Con l’impegno a vivere in modo radicale il Vangelo[...] (Cost. 1 ) Continuiamo questo cammino alla scoperta e riscoperta della nostra vocazione battesimale alla sequela di Cristo, che ci spinge a vivere in modo radicale la buona novella da Lui annunciata; anche se a volte dura, difficile e dolorosa siamo chiamati ad incarnarla nella nostra vita, quotidianamente nelle azioni e nella preghiera. Sceglieretutto in Cristo, per Cristo e in Cristo, perché la nostra esistenza sia una storia d’amore. L’inizio di ogni pellegrinaggio, di ogni cambiamento, di ogni felicità è la scelta, parte dauna conversione radicale. Dagli Scritti di San Leonardo Murialdo: "Una delle più belle figure sotto cui viene rappresentato nella Sacra Scrittura il Divino nostro Redentore, è quella del buon pastore il quale si getta affannoso in cerca della pecorella smarrita e va a cercarla qua e là chiamando con grida così forti che la sua vocediviene rauca. Le corre dietro per sentieri tanto aspri e spinosi che vi sparge tutto il suosangue e vi lascia la vita. Questa tenera immagine ci ricorda che il buono e amatissimo nostro Dio va continuamente in cerca dei suoi figli che lo hanno abbandonato e batte, percosì dire, continuamente alla porta del loro cuore per entrarvi e comunicare loro i suoi doni."
07 May 2025
