Buona festa di san Leonardo Murialdo


  • 18 May 2022

Carissimi confratelli. Sorelle e fratelli della Famiglia del Murialdo.

In occasione della festa di San Leonardo Murialdo condivido con voi alcuni pensieri sul tema della Famiglia del Murialdo. Non mi soffermo su tanti aspetti che meritano ancora confronto e approfondimento, voglio rilanciare e riproporre la Famiglia del Murialdo nella prospettiva di aiutare tutti noi a rendere concreto tale cammino nelle nostre realtà locali, di provincia e di congregazione.

UN SEME FECONDO

Uno sguardo nella storia mostra come il carisma sia stato un seme fecondo. Ricordo solo alcune tappe significative: 19 marzo 1873, a Torino nel Collegio Artigianelli il Murialdo fonda la Congregazione di San Giuseppe, oggi detti i Giuseppini del Murialdo; il 22 settembre 1953 p. Luigi Casaril fonda a Rivoli, Torino, le Suore Murialdine di San Giuseppe; il 18 maggio 1990 nasce in Brasile l’Istituto Secolare Murialdo per opera di Moema Muricy; nasce la associazione degli ex allievi, una volta detti gli Antichi Allievi, al Collegio Artigianelli nell’anno 1909, associazione che poi sarà presente nelle opere giuseppine, specie nei collegi; iniziano la loro attività le Mamme Apostoliche nell’anno 1934 a Montecchio Maggiore, Vicenza, sviluppandosi nelle varie province giuseppine; nel 1988 prendono avvio ufficiale le Comunità Laici del Murialdo; Amigos del Murialdo, Laicos de Murialdo, Movimento Laicale Murialdino, tante denominazioni per dire la medesima realtà carismatica di una famiglia che nella pluralità di vocazioni trova il suo centro animatore e di comunione nel carisma del Murialdo. E naturalmente tanti altri laici e laiche che pur non esprimendo una loro appartenenza a qualche gruppo o associazione, partecipano alla vita della Famiglia del Murialdo attraverso la comunità e l’opera giuseppina alla quale fanno riferimento.

L’INVITO DEL CAPITOLO GENERALE XXIII

Il tema della Famiglia del Murialdo è trattato in modo particolare nel capitolo quarto del testo capitolare, intitolato: La condivisione del carisma. Tuttavia il riferimento alla Famiglia del Murialdo attraversa tutto il documento finale sia quando si parla della comunità sia quando si parla dell’opera, sia in riferimento alla formazione iniziale e permanente sia in riferimento alla vita consacrata nel contesto ecclesiale e sociale, sia quando si mette a tema l’apostolato come quando si parla di spiritualità.

Mi pare che questo stia ad indicare almeno due elementi che sono specifici del documento finale. Il primo: quando si parla del “noi”, esso va inteso comprensivo di religiosi e laici. Il secondo: si mette in risalto la ricchezza che si condivide quando si fanno cammini insieme. Il documento si sofferma su tanti aspetti da maturare e approfondire, da realizzare ai vari livelli di congregazione, tuttavia mi sembra centrale un aspetto che ho richiamato nella lettera di promulgazione: la sinodalità. Nel 2018 il riferimento andava ad un documento della commissione teologica internazionale dal titolo La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa; oggi ci ritroviamo nel contesto della Chiesa di papa Francesco che ha chiamato tutta la Chiesa ad un cammino-processo sinodale. Perché non pensare che il nostro pensare e vivere come Famiglia del Murialdo è una espressione di sinodalità offerta a tutta la Chiesa? Qui non importa il numero perché l’importante è essere segno, essere significativi, testimoniare una modalità di essere che si esprime nella Famiglia del Murialdo.

LA RELAZIONE-FAMIGLIA COME SPECIFICA

Lascio la parola a Gianna e Roberto Frison, della Comunità Laici del Murialdo, che ci offrono una loro riflessione; mi pare che esprimano un sentire fondamentale. Fare famiglia, essere famiglia, non ci si frequenta, non ci si vede, eppure nel cuore c’è voglia di esserci, di farne parte, un sentirsi comunque coinvolti nelle vicende, belle e brutte che in famiglia si avvicendano. La pandemia di questi tempi non ci ha certamente favorito, le tecniche informatiche hanno anche dato una mano ma non rispondono al bisogno dell’incontro reale, fisico, non soddisfano il bisogno di potersi vedere in volto, alla voglia di stringere una mano, alla gioia di un caldo abbraccio, al ritrovarsi in amicizia intorno alla tavola preparata per far festa; quanto manca tutto questo. Se essere famiglia è innanzitutto relazione, la pandemia ci ha messi tutti a dura prova. Cade ora il 150º della fondazione della congregazione dei nostri cari Giuseppini, come non far festa allora? Quale festa! Indubbiamente è una sentita occasione per ringraziare il Signore per il nostro carissimo San Leonardo Murialdo, fondatore della congregazione. Congregazione che ormai al di là degli aspetti canonici ecclesiastici, anche noi laici, almeno per adesione carismatica, possiamo sentirci abbondantemente familiarmente inseriti. O per affetto e amicizia o per esperienza apostolica e lavorativa vissuta accanto al Giuseppino di turno, o per una spiritualità murialdina studiata, sentita, vissuta nei mille servizi che il carisma suggerisce, scelta, pregata; possiamo con convinzione dire in piena libertà: ci siamo, siamo in tanti e, con voi carissimi Giuseppini, con voi carissime suore Murialdine vogliamo fare Famiglia riconoscendoci in un carisma che, vissuto, studiato, pregato e scelto, ci rende Famiglia. È un dato di fatto ormai, il non comprendere questa realtà, il chiamarsi fuori, il non starci, comporta il rischio dell’estraneità alla famiglia per chiunque.

Ecco allora che questa familiarità va coltivata, riconosciuta, concretata, evitando certi pericoli che ancora ostacolano il senso della “ben unita famiglia” tanto voluto dal santo fondatore. Pertanto no alla sfiducia e disincanto, no al pessimismo sterile, evitare protagonismi, ovvero indifferenza o disinteresse. Coltivare invece un sano tessuto relazionale di fraternità, prossimità, curare la concordia, custodire buone relazioni, porre particolare attenzione a chi fa più difficoltà, il tutto sempre in uno stile gioioso e solidale che indubbiamente ci caratterizza. Certo possono sembrare i soliti bei propositi, ma crediamo, vorremmo proprio che questo 150º, che forse lo speriamo, ci porta finalmente fuori da una sofferta pandemia, come non ricordare con affetto i nostri padri fraterni amici, che sono venuti a mancare causa covid? Possa allora questo 150º veramente diventare occasione per inserirci sempre più convinti tutti, giuseppini, suore murialdine, associazioni laicali, giovani, consacrate, nella costruzione della Famiglia del Murialdo quale “ben unita famiglia”.

IN CAMMINO

Mi auguro che la celebrazione del 150mo di fondazione possa essere vissuto come Famiglia del Murialdo e che possa aiutarci a realizzare meglio il dettato capitolare. Alcuni spunti per il nostro cammino.

1. Comunità Murialdina

E’ stato un tema molto sponsorizzato per alcuni anni. Il CG XXIII ne parla al n. 63. Oltre alla esperienza, ormai ben lunga nel tempo, di Fier-Durazzo in Albania con la presenza di Giuseppini e di signorine laiche, a Rosario della Frontera in Argentina nell’anno 2020 è nata la Comunidad Carismática Murialdo formata da Giuseppini e da Murialdine. E poi? Il discorso è da rilanciare.

2. Formazione reciproca

Ci sono state e sono in atto delle iniziative a livello locale e in alcune province; diverse anche le iniziative legate ad ambiti di apostolato. Certamente è servita la riflessione sul tema del sistema binario, del carisma in parrocchia e sul patto educativo globale. A me sembra che occorra rilanciare sul piano di tutta la congregazione la realizzazione di incontri per la Famiglia del Murialdo. In occasione del 150mo di fondazione sono in programma tre incontri per Europa e America e tre incontri per India e Africa.

3. Insieme per la formazione iniziale

E’ un tema sempre molto delicato e in continua evoluzione. Attualmente sono un centinaio i giovani confratelli in formazione a partire dai postulanti. Gli stessi documenti ecclesiali invitano a promuovere la presenza dei laici nelle équipe per la  formazione. Da noi il discorso è da prendere con più decisione. Intanto si stanno realizzando, anche se si può fare di più, momenti di formazione iniziale insieme per Giuseppini e Murialdine. Colgo l’occasione per comunicare che la dottoressa Nunzia Boccia ha assunto la direzione dell’Istituto Filosofico-teologico di Viterbo “San Pietro”. Ogni augurio a nome di tutti.

4. Movimento Laicale Murialdino

A me risulta che solo in USA-Messico ci sia stato un serio impegno in questa direzione, peraltro raccomandata dal CG XXIII (Raccomandazione n. 5). Rimando alla lettura della raccomandazione che esplicita le motivazioni e il frutto di questa scelta capitolare. In Brasile continua con intensità l’ANALAM.

5. Incontri di spiritualità

A livello locale, provinciale, generale sono sempre da promuovere incontri di spiritualità. Incontri di preghiera: settimanali, programmati in alcune occasioni dell’opera e della comunità, per le feste di congregazione. Ritiri spirituali: se possibile mensilmente; insieme in ascolto della Parola; diamo la parola ai laici. Esercizi: a livello provinciale si stanno riprendendo dopo il tempo della pandemia; siano aperti a tutti.

6. Consigli

Il consiglio dell’opera a livello locale ha come compito principale animare e sostenere la dimensione carismatica delle nostre presenze; è un essere sinodali nella riflessione e nel governo. Non ci sono dappertutto. Incontri programmati tra consigli a livello di circoscrizioni e a livello generale. Abbiamo bisogno di momenti comuni di preghiera e di riflessione, ma soprattutto di fraternità. Tra l’altro nelle varie circoscrizioni si fanno esperienze di “governo allargato”, la conferenza interprovinciale vede la presenza di confratelli e laici e non dei soli confratelli responsabili.

7. Un tema particolare

Premesso che tutti siamo chiamati alla santità e che nel carisma del Murialdo troviamo indicazioni per realizzarla secondo uno stile specifico, tuttavia vedo opportuno mettere a tema un argomento che esprimo in questo modo: dove va oggi la vita religiosa? Quale futuro? Il problema non può essere ridotto alle statistiche e alle previsioni di quante opere i Giuseppini saranno capaci ancora di gestire. Non è una domanda che riguarda solo i religiosi/e ma tutti perché di fatto chiama in causa 5 l’essere nella Chiesa della vita religiosa. Sono convinto che i laici su questo abbiano qualcosa da dire.

8. Formazione carismatica per tutti

Qualche volta si chiede quale definizione sia la più esatta per definire la Famiglia del Murialdo oppure si chiedono i criteri per dire chi fa parte o meno della Famiglia del Murialdo. So che ci sono posizioni estreme: chi vorrebbe una definizione “giuridica” per porre chiarezza nell’essere e vivere della Famiglia del Murialdo e chi sostiene che almeno per ora è più importante animare cammini personali e di associazioni e di gruppi che si vogliono riconoscere nel carisma del Murialdo. Dico questo perché mi preme chiedere un impegno a tutte le nostre comunità-opere. Mi rendo conto che un insegnante, un preside della scuola, un direttore di Centro di formazione professionale, tanti collaboratori, sono scelti in base alla loro professionalità rispetto al servizio che devono sostenere. E forse qualcuno per la prima volta entra a contatto con la nostra famiglia religiosa. Non abbiamo il… green pass. Le condizioni che determinano l’incontro e la collaborazione possono essere le più varie, ma proprio per questo aumenta l’impegno di offrire a tutti una formazione carismatica. Le modalità possono essere le più varie, l’importante è condividere uno stile educativo, un modo di vivere le relazioni, creare le condizioni per una partecipazione che permette lo scambio e l’arricchimento reciproco. E parlare del carisma del Murialdo.

9. Comunione e identità specifica

Siamo abbastanza maturi per affermare che partecipare alla Famiglia del Murialdo non esclude, anzi richiede, la cura della propria identità vocazionale di laici, di religiosi, di sacerdoti. Tale identità specifica chiede cammini di formazione “vocazionali” che preparano e alimentano la condivisione e la comunione nella Famiglia del Murialdo. Non si tratta di un “prima” e di un “dopo”, ma di una convinzione che nella espressione “comunione di vocazioni” trova la sua sorgente e il suo fine. Insomma che i preti siano preti, i laici siano laici, i religiosi siano religiosi, e tutti siamo Chiesa, siamo Famiglia del Murialdo. Ogni augurio per la festa del Murialdo e insieme camminiamo alla luce del suo carisma, del quale oggi siamo eredi e responsabili nella Chiesa e nel mondo. (Circolare n.29)

p. Tullio Locatelli

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