Centocinquant’anni in mezzo ai giovani


  • 14 March 2023

 

Il 19 marzo 2023 la Congregazione di San Giuseppe compie 150 anni, essendo stata fondata a Torino il 19 marzo 1873. Un cammino già lungo, che parte da san Leonardo Murialdo, dal suo esempio di vita totalmente dedita a Dio e ai ragazzi poveri e abbandonati.

Un cammino che è continuato con don Giulio Costantino e don Eugenio Reffo, in una lenta apertura ad altre città e regioni (il Veneto e altre regioni, la Libia, il Brasile) e poi all’Ecuador con la missione del Napo nel 1922, al tempo in cui era superiore generale p. Girolamo Apolloni.

Il suo successore, p. Luigi Casaril (1931-1958) guidò la congregazione all’epoca della seconda guerra mondiale e anche dopo, quando i Giuseppini arrivarono in Argentina (1936), in Cile (1947), negli Stati Uniti d’America (1949).

La prima opera in Spagna (1961) fu aperta quando era superiore generale p. Antonio Boschetti, mentre a p. Vincenzo Minciacchi toccò il compito di accompagnare la congregazione al tempo del rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II.

Con p. Girolamo Zanconato i Giuseppini "tornarono" in Africa e precisamente in Sierra Leone (1979), mentre con p. Paolo Mietto si fondarono comunità in Colombia (1983), Guinea Bissau (1984), Messico (1990).

Più tardi, quando ormai il superiore generale era p. Luigi Pierini, si fecero ulteriori passi verso i giovani poveri di altri paesi: Albania (1994), Romania e India (1998), Ghana (1999).

P. Mario Aldegani a sua volta poté accompagnare le comunità africane ad estendere la loro azione anche alla Nigeria (2014), mentre p. Tullio Locatelli, attuale superiore generale, con la congregazione e con la Famiglia del Murialdo si trova di fronte a nuove sfide: la promozione delle vocazioni alla vita religiosa giuseppina e murialdina e nella consacrazione secolare; l’approfondimento del carisma e la sua inculturazione nelle “giovani” nazioni giuseppine; una migliore formazione carismatica reciproca dei confratelli e di tutti i membri della Famiglia del Murialdo; l’attenzione alla spiritualità; l’abbandono di qualche opera non più pienamente carismatica; il mantenimento della vitalità di altre opere, nonostante la chiusura della relativa comunità; l’assunzione di attività apostoliche da parte dei laici; la trasmissione del carisma alle future generazioni; la sostenibilità economica delle opere.

d. Giovenale dotta

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Intendono seguire più da vicino Cristo casto, povero,obbediente [...] (Cost. 1) Continuiamo questo cammino alla scoperta e riscoperta della nostra vocazione battesimale alla sequela di Cristo. Ieri abbiamo scoperto la nostra vocazione come animata, bagnata dall’amore che Dio ci dona, oggi vediamo come questa sia un vero e proprio appello a seguire lui nel fratelli. Dagli Scritti del Murialdo: Oh, qual grazia immensa è la vocazione religiosa! È Dio che ti ha chiamato, Dio che ti ha scelto, Dio che ti vuole tutto suo. Non sei tu che hai fatto questo passo: è Lui che ti ha preceduto, ti ha amato per primo, ti ha preso per mano e ti ha condotto. Ricordalo sempre: la tua vocazione è amore, tutto amore.Non ti ha scelto perché sei il migliore, ma perché ti ama. Ti ha visto debole e ha voluto sostenerti, ti ha visto povero e ha voluto arricchirti. Non guardare i tuoi difetti, non scoraggiarti se sei imperfetto: guarda a Gesù, che ti ha voluto con sé, nella sua vigna, nella sua casa, per sempre.E che farai tu per Lui? Amerai, servirai, donerai la tua vita giorno per giorno, con gioia, anche nella fatica. La tua vocazione è cammino, non perfezione subito. Ma chi camminacon amore è già nella volontà di Dio. lasciati incontrare nel nostro cuore, perché possiamo sentire il tuo amore per noi,il grido dei nostri fratelli, la chiamata ad una vita nuovala sorgente della nostra missione, la via della nostra felicità vera. Donaci la grazia Dio, di gustare il tuo amore perché lo incarniamo nella nostra vita. 


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Animati dalla carità che lo Spirito infonde nel loro cuore. (Cost. 1 ) Continuiamo questo cammino alla scoperta e riscoperta della nostra vocazionebattesimale alla sequela di Cristo, che ci spinge ad uscire fuori di noi stessi, verso glialtri, verso le comunità in cui viviamo, verso i giovani, sull’esempio di San LeonardoMurialdo. Mettiamoci in cammino e cogliamo l’invito ad essere pellegrini: il suo amore cifa da stella cometa, la nostra libera volontà ci permette di camminare dietro di lui perchésiamo animati dal suo amore che ci dona una vista nuova. Dagli Scritti del Murialdo (IV, pp. 287-289) Bartimeo è cieco; anche noi non vedevamo la sorte di chi è chiamato da Gesù. Bartimeomendicava: anche noi eravamo poveri. Bartimeo gridava: «Gesù, Figlio di Davide! Gesùfiglio di Giuseppe!». Gesù lo chiama. I presenti gli dicono: «Coraggio! Alzati, ti chiama». EBartimeo, gettato via il suo povero mantello, saltò su, andò da Gesù che lo chiamava. Gesù gli dice: «Che cosa vuoi che io ti faccia?». Rispose: «Che io veda!». Signore, che io veda la mia miseria, che io veda la vanità del mondo, delle ricchezze edegli onori, che io veda la preziosità della vocazione religiosa! Gesù dice al cieco:«Va’, la tua fede ti ha salvato». Continua san Marco: «E subito vide e seguivaGesù lungo la strada», e san Luca aggiunge: «Glorificando Dio» (Lc 18,43).  La vocazione è un dono che Dio ci offre per essere pienamente felici in Lui, con noistessi e i fratelli; è un incontro d’amore. Una domanda che lui ci rivolge e che, come nelVangelo, trova nella comunità uno strumento che a lui ci avvicina. La chiamata di Dio èuna chiamata che nasce nell’amore, si comunica nell’amore e significa amore, in modopersonale per ciascuno. A noi spetta il coraggio di sentirlo, di seguirlo “Coraggio! Alzati,ti chiama!”; è l’amore, attraverso lo Spirito, che ci anima!


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