SITUAZIONE COVID IN CONGREGAZIONE


  • 01 July 2021

INDIA

Adesso I casi di corona virus in India stanno calando e per noi questa è la seconda ondata. La previsione dice che arriverà la terza ondata tra 4 - 5 mesi e speriamo bene.

I confratelli tutti stanno bene. Per tornare alla normalità credo ci vuole un bel tempo. Alcuni confratelli che devono andare in Italia, Africa e Spagna, mi pare cge potranno viaggiare entro il mese di luglio.

In questi giorni siamo un po' impegnati per la promozione delle vocazioni  e speriamo bene.

La casa famiglia di Aranvoyalkuppam rimane chiusa e i bambini stanno con i loro parenti. Quando le scuole si apriranno anche noi riprenderemo il lavoro.

Qualche confratello studente sta aspettando per la data del suo esame e invece qualcuno fa ancora lezione online.

Dio ci benedica.

 

ITALIA

Per ciò che riguarda l'Italia credo sia già informato. Non ci sono problemi attualmente nelle comunità e nelle opere si stanno organizzando le varie attività Estive. Lì dove sono passato ho visto i giovani organizzare sia campi scuola come l'estate ragazzi... Ho trovato ovunque voglia di riprendere, e in alcune opere l'estate è già iniziata sia con i campeggi che con i grest ma al tempo stesso ho trovato l'attenzione perchè ogni attività proposta sia fatta nel rispetto delle normative che la situazione richiede... Quindi è proprio bello rivedere i cortili riempirsi di ragazzi che in modo ordinato, a gruppi giocano,partecipano a laboratori, ballano, si ritrovano.

Quindi si è ripartiti, con un po' di sana attenzione.

 

USA MESSICO

Negli USA la situazione è molto migliorata. I vaccini sono arrivati dappertutto. Solo mancano dei bimbi e quelli che non vogliono ricevere i vaccini. Per questi si fanno campagne di promozione con dei premi per chi voglia ricevere ancora il vaccino. Si può andare quasi dappertutto senza mascherina.

Nel Messico la situazione, sebbene sia migliorata, ancora rimane di rischio. Un'apertura graduale si vede ovunque, ma mancano tanti da ricevere i vaccini. Comunque, si vede il futuro con speranza.

 

REPORT SULLA SITUAZIONE CORONA VIRUS IN ARGENTINA-CILE

Anzitutto i numeri. I dati di ieri 18 giugno riportano in ARGENTINA 20363 contagiati (la media dell’ultima settimana è 21382) e 458 morti (la media dell’ultima settimana è 517). In CILE ieri 18 giugno si riportano 6770 casi (ma media dell’ultima settimana è 6226) e 119 morti (la media dell’ultima settimana è 112).

In ambedue i paesi la situazione è ancora grave e preoccupante e il freddo di questo periodo certo non aiuta a ridurre contagi e morti. La speranza di risolvere il problema sta piuttosto nel processo di vaccinazione che in Cile è più avanzato che in Argentina.

La situazione si affronta in ambedue i paesi con un continuo monitoraggio dei contagi, che fa avanzare o retrocedere le zone rispetto al lockdown totale cui ambedue i paesi sono stati costretti tra la fine di maggio e l’inizio di giugno.

In linea generale resta l’obbligo delle mascherine sempre, il divieto di riunioni al chiuso (pubbliche e private), i mezzi pubblici funzionano solo in parte. Nel momento più difficile dell’ultimo periodo si è chiuso tutto al sabato e alla domenica.

In Argentina proprio in questi giorni, nonostante la gravità persistente del problema dei contagi, si è chiesto le scuole di ogni ordine e grado di tornare alla presenzialità, ma le classi sono divisi in gruppi che vengono a scuola a turni settimanali; continua pertanto anche l’attività didattica sulle piattaforme virtuali. I ragazzi però, soprattutto i più piccoli, sembrano non sopportare più questo tipo di attività (che dura praticamente dal marzo 2020!!!).

In Cile la situazione delle scuole non è omogenea: A Valparaiso c’è un sistema ibrido che alterna attività presenziale e virtuale; così più o meno a Requinoa; a Santiago l’attività presenziale à ancora sospesa.

Tuttavia, l’attività educativa non è mai stata interrotta: gli insegnanti alternano lavoro a casa e lavoro nel collegio, presenzialità e homeworking. Il peso dell’¡attività organizzativa e didattica è molto grande, anche perché ogni quindici giorni più o meno si aspettano le disposizioni del governo e del ministero dell’istruzione.

Anche le parrocchie, dal punto di vista delle celebrazioni liturgiche, sono soggette a restrizioni: più o meno un massimo di 20/30 persone per le celebrazioni al chiuso, un po’ di più all’aperto ( ma adesso qui fa un freddo cane!).

L’attività pastorale però continua: con gli incontri sulla piattaforma zoom degli organismi di partecipazione, dei catechisti e, in qualche caso, anche dei ragazzi del catechismo.

Continua anche nelle parrocchie l’attività caritativa, con la distribuzione di borse di alimenti alle famiglie povere (sempre più necessaria) e ade3sso anche di vestiti e coperte.

In tutte le comunità e opere i confratelli, sia nella pastorale che nell’azione educativa, fanno un’azione ammirevole coraggiosa: di vicinanza alle famiglie in difficolta o colpite dalla malattia o dal lutto per la perdita dei loro cari; di attenzione ad aiutare o a organizzare aiuto per le famiglie più povere; alcuni vanno negli ospedali a visitare i malati di Covit (con tutte le precauzioni e i permessi) per portare un po’ di conforto.

Nell’insieme si percepisce un po’ di stanchezza, in noi, nella gente, nei giovani.

Ci si chiede quando finirà tutto questo. C’ è però anche molta speranza, soprattutto nella continuazione e organizzazione del processo di vaccinazione. In questo il Cile è un po’ più avanti).

La paura e la preoccupazione è per quello che ci sarà dopo: in Argentina per il problema economico, in Cile per il problema sociale.

Già si capisce che molte famiglie si sono impoverite; che i giovani sono demotivati, che il ritorno alle chiese e alla partecipazione agli atti di culto registra un calo evidente.

I confratelli, grazie a Dio, son in buona salute. Sono un paio sono stati colpiti dal virus nei mesi scorsi: uno in Argentina, uno in Cile ma se la sono cavata senza arrivare alle fasi più gravi della malattia. I problemi di salute che ci sono stati in provincia negli ultimi mesi riguarda fattori accidentali: la caduta e la rottura del femore per P. Antonio Peron di Valparaíso e la rottura di un osso della gamba per P. Gustavo Barreda. Ambedue però stanno recuperando.

Nell’America Latina la pandemia ha messo in evidenza i gravi problemi che si soffrono qui da molte decadi: la grande disuguaglianza di entrate e di risorse fra le diverse classi sociali, le condizioni insalubri per una vita degna, il difficile accesso ai servizi di salute e a u una educazione di qualità, la mancanza di acqua potabile e di elettricità per tutti, così come il problema della discriminazione e della esclusione di milioni di persone.

Queste e altre disuguaglianze sociale espongono i poveri a maggior rischio di contagio; per esempio, a causa della mancanza di acqua, è moto difficile praticare le misure di prevenzione come lavarsi le mani spesso. In più la maggioranza dei poveri nelle zone urbane e suburbane vivono ammassati in casette o baracche, dove è molto difficile rispettare il distanziamento richiesto per prevenire o contenere il contagio.

La pandemia COVID-19 segna qui un vero e proprio “cambio di epoca”, ponendoci di fronte alla sfida di dare passi concreti per una “coraggiosa rivoluzione culturale”, cioè una grande trasformazione verso uno modo di vivere sostenibile, dal punto di vista ecologico, sociale, economico, politico e culturale.

Si va avanti, con coraggio e “resistendo”. Questa grande “tormenta“ che stiamo attraversando e tutte le sofferenze e dolori della gente rendono un po’ risibili, a volte, i nostri piccoli problemi, l’enfasi delle difficoltà e delle incomprensioni fra noi e ci invita fortemente a “compartir lo mejor de nosotros”, a liberarci dalla prepotenza dell’io che a volte ci domina, per vivere e crescere gioiosamente nella cultura del noi.

 

SITUAZIONE IN BRASILE

Caxias do Sul, 19 de junho de 2021

O Brasil reza hoje pelos 500 mil mortos, vítimas da pandemia.

No mês de maio, três confrades adquiriram o vírus: Fr. Edigle Coutinho, Pe. Geraldo Canever e Pe. Sestino Sacco, todos da mesma comunidade Religiosa. Os sintomas foram leves e todos já estão bem e em atividade. Confrades acima de cinquenta anos já receberam ao menos uma dose da vacina. A expectativa é de que a imunização geral se estenderá até o final deste ano. Não é possível ainda medir as consequência da pandemia na vida dos confrades e na vida das comunidades, mas é certo que elas se farão sentir. Os que mais sentiram essa travessia foram os confrades jovens.

 

Vivemos a espiritualidade da incerteza. A falta de protocolos oficiais do governo federal tem gerado insegurança e medo. Coube aos governos locais a responsabilidade de definir as políticas de segurança na saúde. Desta forma, temos obras que nunca fecharam totalmente e outras que apenas agora estão iniciando timidamente algumas atividades. As obras sociais estão agora começando a acolher de forma hibrida, algumas crianças. No entanto, durante todo o tempo em que estiveram fechadas, as famílias foram acompanhadas com doações de alimentos conforme a disponibilidade. De modo geral foi realmente significativa a ajuda às famílias. Preocupa o cenário crescente de fome e violência. E não menor é a preocupação com a sustentação das atividades existentes. As Obras que se mantém com Convênios não tem nenhuma certeza de continuidade. As obras que recebem significativa ajuda do ILEM, passam pela mesma insegurança. Uma reorganização do projeto político social do ILEM é urgente no sentido de buscar alternativas e numa ação em rede, manter nossas atividades junto às crianças e jovens.

 

Em relação à Rede Murialdo de Escolas, funcionou desde o início, o modelo de aulas remotas, também com boa relação e serviço com os pais das crianças. Desde março funciona o sistema hibrido de ensino. Não é significativo o número de crianças que saíram da escola. No entanto, cresceu muito a inadimplência. Este cenário gera insegurança especialmente financeira na província.

 

Nas casas de formação, as aulas funcionam normalmente na forma ONLINE.

Pe. Marcelino Modelski

 

 

News

Other news

Festeggiana 50mo di sacerdozio...

Dal 15 al 20 aprile,  9 sacerdoti Giuseppini si sono ritrovati in Casa Generalizia per festeggiare il loro 50mo di sacerdozio. Sono: P. Mauro Guglielmo (da Foggia), p. Mauro Peserico (da Montecchio), p. Gino Cia - p. Giuseppe Menzato - p. Paolo Manea (da Oderzo), p. Solideo Poletti e p. Leonardo Rigoni (da Ravenna), P. Pedro Olea ( da Siguenza), p. Mariano Zenere (da Madrid). Non era presente nel gruppo del 50mo p. José Vincente Novoa (Ecuador), impossibilitato a venire. A questo gruppo appartengono altri 2 confratelli venuti a mancare un paio di anni fa causa covid (p. Giuseppe Garbin e p. Franco Zago). Nei giorni trascorsi a Roma sono stati ricevuti in udienza dal papa con cui hanno potuto scambiare personalmente qualche parola. Hanno potuto visitare la comunità "Nuovi Orizzonti" e la comunità di sant'Egidio sempre a Roma mentre giovedì 19 hanno celebrato la santa messa con i nostri teologi a Viterbo, dove erano stati consacrati 50 anni fa. Una settimana di intensa esperienza, avendo potuto incontrare di nuovo compagni di ordinazione non visti da parecchi anni e codividendo esperienze fatte e ringraziando il Signore per i doni ricevuti. Han visitato Viterbo dove erano stati ordinati sacerdoti, e a Roma hanno incontrato rappresentanti della Comunità Sant'Egidio e di Nuovi Orizzonti.  Si sono presi anche un po ' di tempo per la preghiera e per dialogare tra loro e concludendo questo momento comunitario sabato 20.  A tutto il gruppo ancora tanti auguri aspettandoli per il 60mo di sacerdozio.


18 April 2024

thumb
Nuovi diaconi giuseppini

La diaconia che serve…   La gioia, come la paura, ci può a volte bloccare. Può essere un’esperienza talmente forte e coinvolgente che non lascia tempo e spazio al pensiero; e ci prende, ci invade, e ci costringe a rimanere in quello sguardo, in quell’incontro. La gioia dei discepoli alla vista del Signore risorto è di questo tipo: non una delle piccole soddisfazioni della quotidianità, non un passeggero stato d’animo, ma la consapevolezza di essere toccati nel profondo, di essere interpellati e personalmente coinvolti. Ma ancor più è una gioia tutta particolare quella dell’incontro con il Signore risorto, perché oltre alla forza immane dell’inaudito e dell’inaspettato, porta con sé la consapevolezza che in Lui le nostre più profonde paure sono davvero dissolte, che la negatività e il male, la paura e tutto ciò che è contro la nostra umanità, viene definitivamente sconfitto ed eliminato. Ma, come se non bastasse, è un incontro che riabilita la storia: sia quella che raccoglie le aspirazioni e le speranze di un popolo, sia quella che ogni essere umano porta con sé. È a questa gioia che il vescovo Piazza ha invitato Alen, Stanley e Kartik (i nuovi diaconi) ad abbeverarsi, a questa gioia a chiesto loro di diventare testimoni, a viverla e a trasmetterla. Nonostante tutte le paure e le sofferenze, nonostante la tristezza che viviamo per il distacco da chi ci ha lasciato da poco e poteva essere qui (Elvis), la diaconia che oggi è urgente annunciare e testimoniare è quella della speranza e della gioia del messaggio evangelico. Solo la consapevolezza dell’immenso dono dell’amore del Padre ci permette di leggere la nostra, e le vite di tutti, come vite nelle mani di Dio, come vite in buone mani.


15 April 2024

thumb